2016-08-22 12:33:00

Nigeria: inaugurato Centro interconfessionale “Pace e armonia”


Documentare sistematicamente le relazioni interreligiose per informare le politiche nazionali ed internazionali: è questo uno degli obiettivi del Centro Internazionale Interconfessionale Pace e Armonia (Centre for Inter-Faith Peace and Harmony, ICIPH) inaugurato venerdì scorso a Kaduna, in Nigeria, dal Consiglio cristiano della Nigeria e dal Jama’atu Nasril Islam. L’idea, riferisce il portale del Consiglio ecumenico delle Chiese (COE), è nata due anni fa da un forum tenutosi ad Abuja cui hanno preso parte una quarantina di leader musulmani e cristiani.

Un centro promosso da diversi leader religiosi
A promuovere il centro diverse personalità, fra cui il principe Ghazi di Giordania e il card. John Olorunfemi Onaiyekan che ha definito la struttura un potenziale modello per la risoluzione di conflitti in altre parti del mondo. All’inaugurazione, che ha avuto inizio con una preghiera musulmana e si è conclusa con una preghiera cristiana, ha preso parte il reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del COE. “Siamo venuti qui come pellegrini, musulmani e cristiani, a cercare la volontà di Dio per la giustizia e la pace - ha detto -. Questo potrebbe essere tra i luoghi di grande importanza storica per la nostra fede. Anche i luoghi in cui la santità della vita è minacciata, possono essere luoghi santi. Siamo oggi nella città a molti nota per scontri con connotazioni religiose. Ma ora Kaduna – ha aggiunto – sarà una città nota per la sua testimonianza di pace e l'armonia interreligiosa”. A Kaduna, nel corso degli ultimi decenni, più di 20.000 persone hanno perso la vita in vari conflitti, ma per il reverendo Tveit oggi la città “può essere un luogo sacro in un modo nuovo, portando una nuova visione e una nuova realtà di persone di fede che vivono insieme”.

Raccoglierà dati e informerà circa storie di violenza per dar voce a tutti
Per il Centro Internazionale Interconfessionale Pace e Armonia il COE e il Royal Aal al-Bayt Institute for Islamic Thought (RABIIT) cercheranno partner per raccogliere informazioni e dar vita ad un archivio – virtuale e in Nigeria – al fine di facilitare la condivisione di storie, permettere a quanti non hanno voce di essere ascoltati e registrare dati precisi circa episodi di violenza, online o telefonicamente. Il segretario generale del COE ha definito il centro non semplicemente un edificio “ma un catalizzatore per il cambiamento e speranza per il futuro”. Moustafa Elqabbany, rappresentante del principe Ghazi di Giordania, ha invece sottolineato quanto sia importante costruire la pace per e con le donne e i giovani, specificando che la violenza non riguarda soltanto i giovani per singole morti, ma che una cultura della violenza provoca cicatrici in tutta una generazione di giovani colpendo la loro psiche. (T.C.)








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