2016-08-19 13:07:00

Mineo (Ceis): Cannabis ancora più pericolosa, non legalizzarla


“Evitare che i ragazzi entrino in contatto con la criminalità organizzata”. Il capo dell’Anticorruzione Raffaele Cantone giustifica così la sua apertura a una legalizzazione controllata della Cannabis. Contrario Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell'Istituto Negri, perché l’uso di questa sostanza è dannoso. Alessandro Guarasci ha sentito Roberto Mineo, presidente del Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi (Ceis):

R. – Abbiamo l’articolo 32 della Costituzione italiana che dice chiaramente che lo Stato deve tutelare la salute dei propri cittadini, quindi dovrebbe essere bypassato a livello di legge e quindi la salvaguardia della salute pubblica non esiste più.

D. – Quali potrebbero essere gli effetti anche sul sistema sanitario nazionale, in caso di una legalizzazione?

R. – Sarebbero devastanti, perché si verrebbe a creare – come già abbiamo avuto prova con la legalizzazione del gioco d’azzardo che ha provocato il gioco d’azzardo patologico – un esercito di nuovi dipendenti che comunque andrebbero a ricadere sul sistema nazionale sanitario e non solo, e quindi il costo sociale andrebbe ad aumentare veramente a livelli esponenziali. Non vedo quale sia l’utilità, anche sotto questo profilo. Bisogna uscire un attimo dagli schemi mentali stereotipi di demagogia del post ’68. Io sono convintissimo che non si ridurrà assolutamente la pressione della criminalità organizzata su questo fronte, perché si creerà un mercato parallelo con costi minori…

D. – Ma a livello italiano lei nota un calo di tensione nella lotta agli stupefacenti?

R. – Sicuramente. Da diversi anni, purtroppo, il nostro Stato italiano non interviene in maniera decisa per quanto riguarda la lotta al narcotraffico, e soprattutto nell’informazione e nella prevenzione rivolta ai nostri giovani e la nostra popolazione, per quanto riguarda la pericolosità delle sostanze stupefacenti. La cannabis ha effetti veramente devastanti, perché non è più la cannabis degli anni Ottanta ma è stata geneticamente modificata e quindi il principio attivo del tetracannabinolo è stato portato a livelli molto molto alti, parliamo del 70-80%.








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