2016-08-16 14:35:00

Bentivogli (Fim Cisl): l'Italia non può fare a meno del sindacato


Come deve cambiare il sindacato per aiutare l’Italia a ripartire? Ruota attorno a questa domanda il libro “Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato“ di Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, edito da Castelvecchi. Un’analisi che parte anche dalla disaffezione dei cittadini nei confronti di chi dovrebbe rappresentare i lavoratori. Alessandro Guarasci ha sentito lo stesso Bentivogli:

R. – Credo sia assolutamente importante avere questa consapevolezza che le associazioni di rappresentanza hanno assolutamente bisogno di una svolta. Oggi vediamo in maniera nefasta le forme della rabbia, della disperazione delle persone quando appunto non hanno il contenuto, la forma e la rappresentanza che il sindacato può rappresentare. Per quello continuo a ritenere - e per fortuna siamo in molti  - che non si può assolutamente fare a meno del sindacato e non si può però fare a mano del sindacato capace di cambiare.

D. - Però oggettivamente siete spesso polverizzati - anche tra Cgil, Cisl e Uil -  e su tanti argomenti importanti come le pensioni non c’è unità, e spesso il sindacato anche dai cittadini viene visto quasi come un ostacolo al funzionamento di alcuni servizi pubblici. Allora, che cosa bisogna fare?

R. - Iniziare a guardare al lavoro in un’ottica più moderna. Ricordo a tutti che spesso a bloccare i servizi essenziali sono quei piccoli sindacati con pochissima rappresentanza tra i lavoratori in grado, però, di bloccare un intero servizio pubblico. Per quello serve che ci sia qualche regola sulla rappresentanza; bisogna che ci siano regole per poter proclamare uno sciopero …

D. - Però se il governo è d’accordo per rivedere le regole sulla rappresentanza, se i grandi sindacati sono d’accordo, allora, dov’è l’ostacolo?

R. - Troppo spesso si trova nelle miriadi di piccoli sindacati che ci sono. Nel Testo Unico abbiamo già fissato nel cinque percento la soglia minima che occorre per stare ai tavoli negoziali; già se fosse esigibile questa regola in tutte le categorie pubbliche e private dei lavoratori sarebbe sicuramente un passo in avanti. È fondamentale che il sindacato non compia più gli errori del passato. Troppo spesso abbiamo tenuto insieme i furbetti e gli operosi; troppo spesso questi ultimi hanno dovuto lavorare ed avere una cattiva reputazione anche a causa dei primi. Per cui serve un sindacato capace di questo discernimento, di distinzione, di scelta proprio perché bisogna difendere le cose positive, le cose buone che il mondo del lavoro italiano rappresenta ancora con grane forza nel Paese. 








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