Il governo di transizione del Sud Sudan collabori con la comunità internazionale per risolvere le sfide della nazione: è l’auspicio di mons. Erkolano Lodu Tombe, vescovo di Yei. Rivolgendosi ai fedeli durante una celebrazione eucaristica presieduta nella Cattedrale della città, il presule ha incoraggiato i rappresentanti politici a lavorare insieme all’Unione africana per porre fine al prolungato conflitto nel Paese.
Dare speranza alla pace
Da diverso tempo, infatti, il Sud Sudan ha visto riaccendersi
gli scontri tra i sostenitori del presidente Salva Kiir, di etnia dinka, e quelli
dell’ex vice presidente Riek Machar, di etnia nuer. Questo nonostante l’accordo di
condivisione del potere raggiunto ad agosto 2015. Di qui il richiamo di mons. Lodu
Tombe anche agli stessi partner internazionali, affinché aiutino la nazione “a trovare
soluzioni alla crisi” e diano ai cittadini “la speranza alla pace ed alla sicurezza”.
Le origini del conflitto
Le origini del conflitto in Sud Sudan risalgono al
2013, dopo un fallito colpo di Stato ai danni di Kiir, che ha costretto oltre 2 milioni
di cittadini ad abbandonare le proprie case. Secondo dati dell’Unicef, circa 16mila
bambini sono stati arruolati forzatamente nel conflitto armato, mentre la situazione
umanitaria è sempre più critica. (I.P.)
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