2016-08-06 14:45:00

Ventimiglia. Il parroco: immigrazione riguarda tutta l'Europa


Sono proseguiti per tutta la notte i respingimenti alla frontiera di Ventimiglia da parte delle autorità francesi di circa 120 migranti che ieri forzando il blocco della polizia italiana si sono gettati a mare e hanno raggiunto la scogliera di Menton Garavan, su suolo francese, riversandosi poi sulle spiagge affollate di turisti. Intanto, Ventimiglia si prepara alla manifestazione "No border" prevista per domani alle 15 per protestare contro il blocco delle frontiere. Sulla situazione nel comune ligure, Paolo Ondarza ha intervistato don Rito Julio Alvarez, parroco della Natività e responsabile dell’accoglienza migranti nella chiesa di Sant’Antonio:

R. – A Ventimiglia continuamente arrivano migranti con il desiderio di continuare il loro viaggio e la Francia continua a respingerli. E tutto questo vuol dire che i migranti devono obbligatoriamente restare qua e le autorità italiane sono obbligate a mandarli in alcuni centri del Meridione. Però, è un circolo vizioso perché se vengono mandati al sud con dei pullman, nel giro di tre giorni tornano nuovamente a Ventimiglia. E la situazione diventa molto complicata per la città.

D. – Quanti sono i migranti presenti a Ventimiglia, e di che nazionalità?

R. – In questo momento, forse un migliaio di persone. La maggior parte, il 65%, sono del Sud Sudan, gli altri sono algerini, tunisini, afghani, maliani…

D. – Si tratta di giovani, con famiglie?

R. – La maggior parte sono giovani e sono soprattutto uomini. Io direi che in media hanno 30 anni. Noi, a Ventimiglia, su un migliaio di persone abbiamo una quarantina di donne, una ventina di bambini e ci sono tanti minorenni non accompagnati.

D. – Il vostro servizio d’accoglienza, attivo da maggio, in cosa consiste?

R. – Noi da maggio abbiamo preso la decisione di aprire le porte della Chiesa. Con la prefettura, siamo riusciti ad aprire un campo – chiamato “Il campo della Croce Rossa” – che attualmente ha dei moduli abitativi, ma ha una capacità per 370 persone. Tutti possono entrare: gli altri dormono per terra, dormono nelle brandine. Hanno le docce, hanno i servizi e possono usufruire dei pasti, quindi colazione, pranzo e cena. Lì viene offerta informazione, in modo che quelli che hanno la possibilità di chiedere asilo possano farlo e che siano consapevoli che adesso in Francia non li fanno passare.

D. – La capienza delle vostre strutture è inadeguata…

R. – Assolutamente sì, perché noi di per sé nella parrocchia potremmo tenere una trentina di persone: abbiamo due docce, tre bagni… Nelle parrocchie stiamo facendo l’accoglienza delle famiglie, praticamente.

D. – Il caldo non aiuta…

R. – Diciamo che è un problema in più…

D. – Don Rito, Ventimiglia è uno degli esempi di come in questo momento l’Europa non sia attrezzata a fronteggiare in maniera coordinata l’immigrazione. Domani è prevista una manifestazione da parte del Movimento “No Borders”…

R. – Non siamo veramente preparati. Sì, c’è questo Movimento “No Borders” che a volte si spinge un po’ troppo: non so, questa è una mia opinione… Credo che la cosa migliore sia il dialogo: cercare di capire concretamente qual è la problematica sul territorio e agire. Andare a protestare in strada, tutto questo crea malcontento ed è un problema in più. Penso si debba essere consapevoli, come Comunità europea, che il problema dei migranti non è un problema dell’Italia: questo è un problema di tutta la Comunità europea. E per quanto riguarda il territorio italiano, bisogna essere anche essere consapevoli del fatto che dobbiamo adoperarci tutti: il problema dei migranti non è il problema di Ventimiglia, ma Ventimiglia è tutta Italia.

D. – C’è poi il capitolo sicurezza, in un momento in cui l’Europa è alle prese con la minaccia del terrorismo…

R. – Bè, un po’ di diffidenza c’è… Però, da quello che vedo il problema per la gente non è tanto la sicurezza, ma il disagio che crea la presenza di tante persone in un territorio o in una cittadina piccola come Ventimiglia.

D. – Le paure, secondo lei, sono infondate?

R. – E’ un po’ difficile rispondere, però, per adesso in Italia non abbiamo avuto grandi problemi. Per quanto riguarda le persone che io ho conosciuto in questi mesi, sono persone che veramente sono disperate e non credo assolutamente che siano persone che vengono per farci del male.

D. – Dopo quanto accaduto ieri, la situazione è tranquilla o c’è agitazione?

R. – Bè, diciamo che è relativamente tranquilla, poi, le forze dell’ordine cercano di fare il loro dovere. Però certamente il pensiero che domani ci possano essere manifestazioni nella città, certamente scalda un po’ gli animi e causa un po’ di preoccupazione.

D. – Come rappresentante della sua comunità parrocchiale ma anche della gente, dei profughi, dei migranti che arrivano a Ventimiglia, si sente di levare un appello?

R. – Prendere coscienza della realtà. Se queste persone sono qua e hanno dovuto abbandonare la loro terra, c’è un motivo: è un problema di tutti i cittadini, non solo dei cittadini di Ventimiglia.








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