I vescovi della Conferenza episcopale dell’ Uruguay riuniti, il 5 agosto in assemblea straordinaria hanno riflettuto sulle conseguenze del progetto di legge approvato dalla Camera de Deputati che esclude le università private dal regime di esenzione fiscali. In un comunicato diffuso al termine dell’incontro, i presuli hanno espresso il loro sostegno alle obiezioni opposte dal Consiglio dei Rettori delle Università private dell’Uruguay deplorando quello che definiscono “nuovo colpo alla libertà d’insegnamento che non favorisce il sistema educativo del Paese”.
Una misura arbitraria e discriminatoria
In un comunicato il Consiglio afferma che il provvedimento
è stato approvato in modo “precipitoso, arbitrario e con intenti discriminatori” e
che esso rappresenta un “passo indietro” per il sistema educativo del Paese. “Le donazioni
con esenzioni fiscali - si legge nel documento - permettono alle università di sviluppare
programmi di borse di studio e per progetti di ricerca che vanno a beneficio di tutto
il Paese”. I Rettori ricordano che le università private hanno contribuito all’arricchimento
dell’offerta accademica, all’innovazione delle metodologie didattiche e all’introduzione
di nuove visioni del mondo. In tal senso, migliaia di studenti, soprattutto di famiglie
a basso reddito, non potranno più scegliere liberamente la propria educazione e il
proprio futuro.
La motivazione non è economica: lo Stato non risparmia
Secondo la nota, dal punto di vista economico, l’eliminazione
delle esenzioni fiscali, avrà un impatto insignificante sulla spesa pubblica per l’educazione,
se si considera che nel 2015 esse rappresentavano solo lo 0,1 per cento dei 1.500
milioni di dollari del bilancio per l’istruzione. Inoltre, il provvedimento non comporta
un risparmio per lo Stato, perché il totale delle donazioni non diminuisce, ma passa
ad altre istituzioni pubbliche o private.
Una mossa ideologica contro il futuro del Paese
La nota del Consiglio dei Rettori, ricorda poi che
il sistema di benefici fiscali approvato 10 anni fa prevede esplicitamente quale tipologia
di progetto può beneficiare dell’esenzione e può essere presentato al Ministero dell’Educazione
che può approvarlo o meno, stabilendone il fine e l’importo. Per questo i rettori
criticano il carattere “ideologico” della misura e lamentano che “ancora sussistano
visioni che non riconoscono né valorizzano l’impegno accademico, sociale ed economico
delle università private. “Tutto quello che viene fatto a favore dell’educazione,
che è un bene pubblico - sia essa gestita da istituzioni statali o da altri enti della
società civile - viene semplicemente compiuto nel pieno rispetto del diritto alla
libertà di educazione sancito dalla Costituzione”. (A cura di Alina Tufani)
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