2016-08-06 13:29:00

Pakistan: estremismo e fanatismo religioso sui banchi di scuola


Incitamento all’odio e intolleranza contro i non musulmani. Sono questi alcuni degli effetti provocati in Pakistan per l’adozione nelle scuole di libri scolastici volti a spingere gli studenti al fanatismo religioso. Secondo lo studio pubblicato dalla Commissione nazionale Giustizia e pace (Ncjp) del Pakistan e presentato a Lahore, i programmi scolastici approvati dal governo, diffusi nelle quattro province del Paese, sono responsabili dell’aumento delle violenze di massa e dell’estremismo religioso. Mobeen Shahid, docente di pensiero e religione islamica presso la Pontificia Università Lateranense, ne parla al microfono di Michele Ungolo:

R. – Nelle scuole statali, e anche nelle private riconosciute dallo Stato, sono costretti a mantenere un piano di studio statale dove i libri specialmente quelli di storia e anche studi sul Pakistan o altre materie anche se non hanno a che fare con la religione, ad esempio biologia, fisica ed altro, hanno sempre una connotazione islamista guidata da un’ideologia che ha creato la presente cultura fanatica nella nazione. L’ultimo ordine approvato nella regione del Khyber Pakhtunkhwa – la regione nel Nord ai confini con l’Afghanistan – dice che il 74% del contenuto dei libri essenzialmente incita all’odio non solo contro le minoranze religiose, ma in modo particolare contro l’Occidente e nello specifico al periodo della colonizzazione del subcontinente, indiano che viene presentato come il periodo buio per il popolo islamico del subcontinente, così come la mossa dell’Inghilterra per sottomettere i musulmani del subcontinente indiano.

D. – L’adozione di questi libri incita all’odio e all’intolleranza contro i non musulmani. Potrebbero causare in qualche modo l’aumento di violenza di massa e di fanatismo religioso?

R. – Sicuramente, perché proprio due mesi fa il governo di Khyber Pakhtunkhwa ha tolto i soldi per lo sviluppo delle minoranze religiose dandoli a un madrista guidato da Maulana Sami ul Haq, il quale ha formato il leader del Tehreek-e-Taliban Pakistan. Questa è la prima mossa che è stata fatta nel governo della regione del nord due mesi fa. La mossa successiva è quella di dichiarare gli occidentali e i cristiani come coloro che vogliono sottomettere i musulmani. Questo ovviamente crea un atteggiamento sociale di intolleranza e di odio non solo verso gli occidentali, ma anche i cristiani che sono nativi della nazione.

D. – Cosa porta queste decisioni? Perché i musulmani non sono ben visti?

R. – Durante i primi 30 anni della storia del Pakistan, in realtà la situazione delle minoranze religiose o anche dei non musulmani era piuttosto pacifica. Anzi, i musulmani negozianti si fidavano in particolare dei cristiani perché erano considerati molto onesti e per bene. A partire dagli anni ’70 in poi la società si è orientata verso la creazione dei mujaheddin per la guerra in Afghanistan e la diffusione di ideologie importate dall’Arabia Saudita, fondate su una cultura di odio verso le minoranze religiose, con lo scopo di islamizzare ancora di più il Pakistan, così che a livello mondiale potesse anche prendere un ruolo guida.








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