2016-08-04 12:30:00

Presentata la prima indagine sul Servizio civile nazionale


E’ stata presentata questa mattina presso la Sala stampa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’indagine curata da ISFOL dal tema: “Il Servizio civile nazionale fra cittadinanza attiva e occupabilità”. La ricerca rappresenta la prima indagine conoscitiva rivolta ai giovani che hanno prestato questo servizio. Salvatore Tropea ha intervistato l’on. Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali:

R. – Questa indagine è originale perché riguarda un campione dei 28mila giovani che sono partiti fra il 2015 e il 2016. Sostanzialmente ci sono quattro dati principali. Il primo è questo: chi sono questi giovani? Sono prevalentemente donne, più presenti nel sud e nelle isole e appartenenti ad una fascia di popolazione medio-alta con un buon titolo di studio. Qual  è la loro motivazione? Questo è il secondo dato. È una motivazione prevalentemente di tipo personale: acquisire più competenze, provare comunque ad aprire delle relazioni. Il terzo dato rilevato è che si tratta di giovani molto interconnessi e anche fortemente propensi ad una mobilità anche verso altri Paesi. Il quarto dato è che questi giovani sono anche molto presenti in associazioni di volontariato.

D. - Le domande per prestare servizio civile sono in aumento tra i giovani?

R. - Quest’anno ne avremo circa 42mila. Quindi ci troviamo in un percorso di crescita: dai 15mila del 2014 ai 35mila dell’anno passato, ai 42mila di quest’anno. Rispondere a tutti i giovani che volontariamente scelgono di fare il servizio civile in modo positivo con un “Sì” è ancora un obiettivo da raggiungere, ma la strada però è stata imboccata. Adesso la percorreremo anche con maggiore decisione, grazie alla riforma del servizio civile e ai decreti legislativi che sono in corso di preparazione.

D. - Quanto è importante oggi il servizio civile in Italia e cosa si può ancora fare per migliorarlo?

R. - Intanto disporre le risorse perché tutti i giovani che lo chiedono lo possano fare. Secondo, garantire una triennalità della programmazione del servizio civile in modo che anche gli enti che ingaggiano questi giovani abbiano una prospettiva di non breve periodo e dunque investano anche sulla formazione delle persone che seguono i giovani nei progetti. Terzo, aprire una prospettiva europea, che la legge ci consente di fare, proprio per sentirsi insieme pienamente cittadini partecipi attivi del Paese, ma anche in una dimensione europea.








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