È deceduto ieri, 3 agosto, dopo lunga malattia, mons. Mansueto Bianchi, vescovo emerito di Pistoia e assistente generale dell’Azione Cattolica italiana. Aveva 67 anni. “Soffriamo enormemente per questa perdita - afferma mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia - ma ci conforta la stupenda testimonianza di fede, di speranza e di carità dolcissima che ci ha dato in questi lunghi e interminabili mesi di ospedale”. Pur “duramente provato”, infatti, mons. Bianchi è stato “sempre sereno e con una grande pace nel cuore, affidato completamente a Gesù”.
Punto di riferimento importante
Unanime il cordoglio dell’Azione cattolica italiana:
“In questi anni – si legge in una nota – tutti coloro che hanno avuto la possibilità
di incontrare mons. Bianchi, hanno trovato in lui un punto di riferimento discreto
e rispettoso, ma capace di offrire un contributo di grande significato; per l’amore
e il riferimento costante alla Parola di Dio. Per la passione e la conoscenza della
vita della realtà ecclesiale; per il desiderio di servire con coraggio la persona
del Papa e il sogno di Chiesa che delineato nella Evangelii Gaudium”.
Gratitudine a Papa Francesco
L’Azione cattolica esprime, poi, riconoscenza a Papa
Francesco che “in modo discreto e costante si è sempre informato delle condizioni
di mons. Bianchi e al Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin”, così come
a tutti coloro che si sono presi cura del presule nel periodo della malattia.
Ministero episcopale dedicato ai poveri
ed agli emarginati
Nato a Santa Maria del Colle, in provincia di Lucca,
il 4 novembre 1949, mons. Bianchi era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1974.
Nominato vescovo di Volterra il 18 marzo 2000, era divenuto poi titolare della diocesi
di Pistoia il 4 novembre 2006. Dopo essere stato presidente della Commissione episcopale
per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana, ad aprile 2014
era divenuto assistente generale dell’Azione Cattolica. Centrale, nel suo ministero
episcopale, “l’attenzione ai poveri, agli ammalati, ai precari, agli impauriti del
domani, a quelli che non ce la fanno”. (I.P.)
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