2016-07-29 13:22:00

Rouen: i musulmani invitati ad andare nelle chiese domenica


Giornata di raccoglimento in Francia dopo l’attentato di Rouen, in cui due uomini legati al sedicente Stato Islamico hanno ucciso in chiesa l’86.enne padre Hamal. La conferenza episcopale francese ha invitato tutti i cattolici ad osservare una giornata di digiuno e preghiera per la pace, dopo che ieri 3.500 persone avevano reso omaggio al sacerdote nell’impianto sportivo di Saint-Etienne-du-Rouvray. Intanto il Consiglio francese del culto musulmano ha invitato i fedeli  islamici ad andare a Messa questa domenica, in segno di solidarietà e compassione con i fratelli cristiani. Sul significato di questo gesto Michele Raviart ha intervistato Omar Camilletti della Grande Moschea di Roma:

R. – Tutti i musulmani che ho incontrato sono sdegnati e inorriditi dal fatto che si possa uccidere un uomo di Dio in uno spazio sacro. Questo ci rimanda ai peggiori orrori che abbiamo vissuto in passato, no? Non esiste per un buon musulmano un’azione del genere. Ci sentiamo veramente vicino ai cristiani, ai cattolici. Le parole del Papa poi risuonano nelle menti dei musulmani molto, molto positive. Quindi non bisogna assolutamente – perché questo sarebbe l’obiettivo del terrorismo – avvalorare in ogni scintilla una guerra di religione. Questa non è una guerra di religioni: è la guerra alle religioni.

D. - Che significato ha l'invito fatto ai musulmani di andare in Chiesa domenica?

R. - Il gesto è di alto valore simbolico, però si dovrebbe unire ad un’azione  di vera conoscenza reciproca. Penso che bisogna andare oltre questo. Faccio un esempio: qui alla moschea riceviamo circa 30 mila visitatori l’anno. Quest’anno il numero è sensibilmente diminuito, forse la metà. Sono scuole di tutta Italia, tutta Europa, … Penso che una vera azione sarebbe quella di portare dei ragazzi musulmani, dei fedeli musulmani, in visita alle chiese tutto l’anno, non solo questa domenica, perché – qui lo vedo – molti ragazzi, molte ragazze ignorano il fatto che questo Paese abbia migliaia di chiese e che l’identità cristiana sia comunque l’identità religiosa della maggioranza del Paese. Quindi bisogna favorire ogni proposizione di incontro.

D. - Una delle cose che viene ribadita più volte è quella della presa di distanza del cosiddetto islam moderato. È corretto ragionare in questo senso?

R. – L’islam moderato ormai è un’etichetta massmediatica, però per noi è islam; l’islam è questo. Il resto non è islam. Ripeto le parole di Papa Francesco, sono altre dimensioni, anche psicopatologiche che si sono riversate in una dimensione che è fondamentalmente spirituale. In quest’ultimo periodo siamo veramente senza parole. Rimaniamo sbigottiti, anche ansiosi, perché ogni mattina c’è un altro attentato.








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