2016-07-28 08:52:00

Padre Lombardi: un viaggio nel ricordo di san Giovanni Paolo II


Al termine della prima intensa giornata del Papa a Cracovia, il nostro inviato Alessandro Gisotti ha intervistato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi:

D. – Padre Lombardi, questo primo giorno di Papa Francesco in Polonia: nel discorso si è visto come ha richiamato la memoria così cara all’identità del popolo polacco. Quali sono le sue impressioni su queste prime ore, con già così tante cose da raccontare?

R. – Siamo entrati subito nel vivo di questo viaggio; siamo entrati soprattutto nel vivo della dimensione del rapporto con la Polonia, con il Paese, e con la Chiesa in Polonia, mentre la Giornata Mondiale della Gioventù l’abbiamo incontrata un po’ per le strade, con tanti giovani, ma non abbiamo ancora avuto un evento specifico. Invece, abbiamo avuto gli eventi dell’incontro con le autorità, quindi in qualche modo con i rappresentanti del popolo polacco, una grande vocazione sia da parte del Presidente sia da parte, in particolare, del Papa, della memoria, della Storia di questo popolo. E qui naturalmente la figura di Giovanni Paolo II emerge prepotente, perché è lui che è stato un po’ il nostro maestro, che ci ha fatto conoscere, che ha fatto conoscere a tutto il mondo il valore e la profondità della storia del popolo polacco, le sue radici cristiane e così via. Quindi, abbiamo sentito, respirato l’aria di Cracovia di Giovanni Paolo II e ci siamo preparati per la grande celebrazione di domani del 1050.mo del battesimo della Polonia, che è quindi una delle dimensioni importanti di questo viaggio, anche se non la prima motivazione. Il clima è molto bello, è molto positivo, è molto familiare: anche l’incontro con i vescovi polacchi che hanno potuto porre diverse domande – dal punto di vista pastorale, sui problemi che la Chiesa attraversa in questo momento dal punto di vista culturale e spirituale del Paese – e il Papa ha risposto da par suo con temi che gli sono familiari, toccando molte delle corde che sono care al suo cuore. La prossimità al popolo per annunciare con concretezza la figura di Gesù, i temi della solidarietà, una importazione molto evangelica che prende sul serio lo Spirito delle Beatitudini è quella di Matteo 25 sui criteri del giudizio con cui saremo giudicati alla fine della vita, che sono poi le concrete opere di misericordia. Quindi siamo entrati anche nel tema della misericordia che caratterizza questo viaggio. Si vede, appunto, che il tema della misericordia – caratteristico di questo pontificato – torna un po’ in tutte le espressioni concrete e nei consigli pastorali che il Papa dà ai vescovi.

D. – Lei Padre Lombardi parlava dei temi cari a Papa Francesco, come la vicinanza … sicuramente anche l’accoglienza dei migranti, un tema che – si sa – in questo momento è particolarmente all’attenzione della popolazione, anche della società in Polonia. Su questo il Papa è stato molto, molto chiaro …

R. – Sì, certamente. Bisogna anche dire che ci rendiamo conto che la Polonia è un Paese diverso dall’Italia e quindi i temi delle migrazioni in Polonia sono diversi da quelli che possiamo avere a Lampedusa. Qui arrivano gli ucraini e i russi, che sono un altro tipo di persone rispetto agli africani o ai mediorientali, e in questo senso dobbiamo anche renderci conto che ci sono delle specificità di carattere culturale, di carattere religioso differente. Qui non c’è tanto il problema – poniamo – dell’islam; ce ne sono 300, rifugiati che vengono dalla Siria, ce ne sono migliaia e migliaia e migliaia che vengono dalla Russia, dall’Ucraina che sono ortodossi o che sono cristiani orientali. Quindi, dobbiamo essere attenti a comprendere anche la varietà delle facce del tema immigrazione, del tema accoglienza. E questo mi sembra che sia importante. Però è vero certamente – e in questo senso il Papa ha un forte messaggio – che l’accoglienza è una dimensione fondamentale dell’essere cristiani, della vita e oggi anche del rapporto tra i popoli, in un mondo in cui tutto è entrato in movimento, in cui i popoli si spostano per tanti motivi tra cui anche – purtroppo – quelli dei conflitti oppure quelli anche del degrado ambientale, e così via … Quindi, è una dimensione da cui non si può prescindere ed è giusto che i giovani, che tra l’altro vengono da tutti i popoli e quindi sono un po’ naturalmente persone che si incontrano al di là delle differenze o delle barriere di culture o anche di religione – anche se qui siamo per una Giornata mondiale dei cristiani, dei cattolici, però di fatto siamo persone che vengono da tutte le diverse culture, quindi siamo predisposti all’incontro e alla comprensione reciproca … Possiamo vivere qua un clima e un’esperienza che sono proprio fondamentali per costruire un mondo di domani che sia pronto e capace di accogliere, di dialogare, di fare incontrare le persone dei diversi popoli e delle diverse culture.

D. – Papa Francesco ha definito, già nel videomessaggio indirizzato alla Polonia qualche giorno fa, la Gmg “un mosaico di armonia, un mosaico di misericordia”, quindi un segno di convivenza reale. Sull’aereo, Papa Francesco ha sottolineato anche che quando parla di “guerra mondiale a pezzi” non intende assolutamente una guerra di religione: questi due elementi – il Papa indica la Gmg come un messaggio, un segno rispetto a un mondo sfigurato, anche l’Europa, negli ultimi giorni …

R. – Ma è evidente: noi non possiamo prescindere dal fatto che questa Gmg, questo grande incontro di giovani avviene in un certo momento storico, in un certo contesto. E quindi lo viviamo necessariamente come un messaggio di fede, di coraggio, di pace, perché questo è il messaggio di cui il mondo – l’Europa in particolare, ma non solo, perché se guardiamo l’Africa, guardiamo tante altre parti del mondo, i conflitti ci sono e ci sono un po’ dappertutto – ha bisogno. La Gmg è di per sé un messaggio di pace, fondato su un messaggio d’amore: la misericordia è al centro di questa Gmg, l’amore di Dio per tutti, il suo amore per tutte le creature ci fa diventare messaggeri di amore piuttosto che di odio, di ponti piuttosto che di muri e così via. Però, il significato storico di questa Gmg è chiarissimo, in questo momento; non possiamo prescinderne e dev’essere un forte annuncio di pace per il mondo contro ogni paura e contro ogni difficoltà.








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