2016-07-28 15:01:00

Messa a Jasna Góra, Majewski: ha colpito il silenzio dei 500 mila


Al termine della mattinata del Papa in Polonia, caratterizzata dall’affollatissima Messa al Santuario di Jasna Góra a Częstochowa e – prima, a Cracovia – dalla visita di Francesco al Convento delle Suore della Presentazione e, in ospedale, al card. Franciszek Macharski, Giada Aquilino ha raggiunto telefonicamente a Czestochowa il direttore dei programmi della Radio Vaticana, il padre Andrzej Majewski. Al gesuita polacco, che ha concelebrato la Messa ed è al seguito del Papa, ha chiesto una riflessione sulla preferenza di Dio per i piccoli che – ha detto il Pontefice – si oppongono alla superbia della vita:

R. – Sono parole molto importanti, anche perché – a dire la verità - non tante volte si sentono nella Chiesa. Sono state accolte molto bene dalla gente e questo si sentiva proprio dagli applausi: la Chiesa che torna alle sue origini, la Chiesa che diventa umile, la Chiesa che torna a Gesù Cristo, nato a Betlemme. Questo il messaggio importante e non soltanto per i polacchi, ma per il mondo.

D. – Essere attratti dalla potenza, dalla grandezza, dalla visibilità è una grande tentazione che cerca di insinuarsi ovunque, ha sottolineato il Papa. Ha invitato invece a donarsi agli altri. Che effetto hanno fatto queste parole?

R. – Papa Francesco parla sempre di essere aperti, aprirsi agli altri, donare la vita, darsi e non chiudersi, non farsi autoreferenziali, ma essere disponibili ed aperti ai fratelli.

D. – “L’amore umile ci rende liberi”: come vanno lette queste parole nell’attuale momento che viviamo, contrassegnato dalla violenza terrorista?

R. – La risposta cristiana a ciò che stiamo vivendo rispetto al terrorismo, alla brutalità della vita, è l’unica: è l’amore. Viene dal cuore del Vangelo stesso. E di nuovo la gente ha colto molto bene queste parole, applaudendo il Papa e mi pare vivendole molto profondamente. Non c’è alternativa all’amore: il mondo non trova altra alternativa se non quella cristiana. Era valida una volta ed è valida per sempre.

D. – Nell’anniversario del 1050.mo del Battesimo della Polonia, Francesco ha ricordato che Dio ha camminato con il popolo polacco, prendendolo per mano come un papà con il proprio bambino. Quindi ha esortato ad ascoltare, a lascarci coinvolgere, a farci prossimi…

R. – Queste parole hanno suonato molto fortemente per noi polacchi. Perché leggiamo la nostra storia vedendo proprio come Dio ha agito lungo gli eventi molto concreti e storici della nostra vita. La Polonia è scomparsa dalle carte geografiche per 123 anni e ciò che ci ha permesso di andare avanti e di sentirci nazione è stata proprio la fede, la fede nella Provvidenza di Dio. Sono considerazioni molto bene accettate dai polacchi, perché proprio così stiamo vivendo tutto ciò che è successo lungo la storia.

D. – Quindi la riflessione su Maria, nel cuore spirituale della Polonia: La Madonna – ha detto – ci insegna ad evitare “decisionismi e mormorazioni” nelle nostre comunità e infonde il desiderio di andare oltre i torti e le ferite del passato, senza isolarsi, senza imporsi. Come hanno reagito i presenti?

R. – C’è stato un applauso… Mi pare che siano parole molto importanti nel contesto attuale che vive la Polonia. La Polonia è divisa, è spaccata su tante linee, soprattutto per quanto riguarda il passato: il passato lontano, quello del comunismo, ma anche quello non tanto lontano. Mi pare che ciò abbia toccato molto la gente. Non guardare al passato, ma avere un cuore più grande, che sappia accettare anche le diversità tra i polacchi e che non è sempre tanto evidente nella nostra situazione attuale.

D. – Come è stato l’omaggio del Papa davanti alla Madonna Nera di Czestochowa?

R. – Molto toccante, direi. Papa Francesco è venuto per la prima volta qui, a Czestochowa. Tutti lo aspettavano e la reazione della gente mi pare che abbia detto tutto! La gente era veramente molto commossa. Per me, personalmente, i momenti più toccanti durante questa Eucaristia, che devo dire sinceramente e confessare che non avevo mai sentito, sono stati quelli del silenzio. Sulla piazza - pare ci fossero, più o meno, 500 mila persone – il silenzio era quello di una cappella di suore di clausura. Una cosa impressionante: la gente ha saputo entrare in un profondo silenzio di preghiera.

D. – Lei ha citato le suore e stamattina il Papa aveva visitato le Suore della Presentazione a Cracovia e poi c’era stata la visita in ospedale al cardinale Macharski, gravemente malato…

R. – Questa visita al cardinale Macharski non era prevista. Già ieri, durante l’incontro con i vescovi, il Papa aveva manifestato l’intenzione di visitare il cardinale, che si trova in una situazione grave di salute. Il cardinale Macharski è, per noi polacchi, in un certo senso un simbolo, perché è stato il successore immediato di Karol Wojtyla alla sede arcivescovile di Cracovia: ha guidato la diocesi praticamente per tutto il periodo del Pontificato del Papa polacco. Per la nostra storia, quella degli ultimi anni, è veramente una persona di grande rilievo.








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