2016-07-28 10:17:00

Da Jasna Góra, il Superiore dei Paolini: qui siamo sempre stati liberi


Sul significato religioso e storico che rappresenta per il popolo polacco il Santuario di Jasna Góra a Częstochowa dove oggi il Papa ha celebrato la Messa solenne per il 1050° anniversario del Battesimo della Polonia, Alessandro Gisotti ha intervistato il superiore generale dei Paolini, la congregazione religiosa custode del Santuario, padre Arnold Chrapkowski:

R. – Jasna Góra rimane particolarmente legata alla storia della nostra patria, perciò lo stesso Giovanni Paolo II sottolinea ancora che i polacchi si sono abituati a legare tutte le vicende della loro vita, i diversi momenti, le decisioni importanti a questo luogo. Qui siamo sempre stati liberi. Penso che questa affermazione di Papa Giovanni Paolo II esprima al meglio l’essenza del carisma del Santuario della Nazione, sottolineando anche il ruolo che nella nostra cultura religiosa, nazionale, personale di ogni polacco svolge il culto della Madonna Nera, Regina della Polonia. “Jestem, pamiętam, czuwam” – in italiano: “Sono, ricordo, vigilo” – sono le tre parole chiave che riassumono tutta la realtà di questo luogo sacro, come ha sottolineato Papa Wojtyla.

D. –Qual è ora l’importanza di questa visita di Papa Francesco che è un altro momento della storia della Chiesa e della Polonia che abbiamo appena sentito?

R. – L’Eucarestia celebrata qui da noi per queste due grazie immense: il ringraziamento nazionale per il dono del Battesimo della Polonia nel 966, la Giornata Mondiale della Gioventù. Ha dunque un significato del tutto particolare. Per noi paolini il nostro stare con il Santo Padre ai piedi di Maria ci permette di tornare spiritualmente con lui, con il Papa al Cenacolo, alla comunità degli apostoli riuniti in preghiera con la Madre di Gesù. Quindi il nostro servizio qui a Jasna Góra, così come l’attività che si svolge nei circa 60 monasteri nelle varie parti del mondo, consiste proprio nella preghiera. Papa Francesco tante volte in questi anni ha ricordato la priorità della preghiera e della comunione con Dio in cui risiede la vera fonte e la forza dell’apostolato di ogni persona consacrata.








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