2016-07-27 10:51:00

Vescovi polacchi: visita Francesco, festa di fede e di gioia


Un popolo con una fede ancora radicata: il 92% dei polacchi si dichiara cattolico, il 40% va a Messa tutte le domeniche. Sono 153 i vescovi, 30 mila i sacerdoti e più di 20 mila le suore. Questi alcuni numeri della Chiesa in Polonia che si appresta ad abbracciare Francesco, terzo Papa a visitare il Paese dell'Est europeo. Sulle attese e le speranze di questa visita, nel segno dei giovani e della misericordia, il nostro inviato a Cracovia, Alessandro Gisotti, ha intervistato don Pawel Rytel Andrianik, portavoce della Conferenza episcopale polacca:

R. – Il presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Stanisław Gądecki, ha detto che ogni pontefice viene accolto in Polonia con il rispetto e le docilità con le quali i cristiani si rivolgono al Successore di Pietro. La Polonia si prepara per questa festa della fede e della gioia. Tutta la Chiesa in Polonia, con grande cordialità, invita tutti i giovani all’incontro con Papa Francesco e la Chiesa di Giovanni Paolo II. Vogliamo anche ringraziare Papa Francesco, perché lui stesso ha scelto la Polonia nell’Anno della Misericordia per vivere il Giubileo dei Giovani di tutto il mondo a Cracovia, dove è partito questo messaggio di Misericordia legato alle rivelazioni ricevute da suor Faustina Kowalska.

D. - Intere generazioni di polacchi sono cresciute con Giovanni Paolo II. Come è cambiata la Polonia rispetto all’ultima visita di San Karol Wojtyla in Polonia?

R. – In questo momento, la Chiesa in Polonia vive con il messaggio che ci ha lasciato Giovanni Paolo II. Noi vediamo questo messaggio come il suo testamento, e in questi anni noi vogliamo compiere ciò che lui ci ha detto. In modo particolare, vogliamo vedere questo suo testamento con gli occhi di Papa Francesco e pensare non solo che cosa avrebbe detto, pensato o fatto Giovanni Paolo I, ma che cosa, in questo tempo, vuole il Santo Padre. C’è sempre questo grande legame, anche attraverso la televisione, la radio i mass media, sia cattoliche che commerciali, dove si torna al messaggio di Papa Giovanni Paolo II, di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco.

D. - Ovviamente ogni volta che si celebra una Giornata mondiale della Gioventù i giovani di tutto il mondo si incontrano con una realtà particolare. Quali, secondo lei, saranno le cose fondamentali che i giovani di tutto il mondo, anche se in pochi giorni, troveranno?

R. – Ci sono alcuni pilastri di cui ci si rende conto come si arriva il Polonia. Primo pilastro: la Chiesa è sempre rimasta vicino al popolo. Durante il comunismo, ad esempio, la Chiesa è sempre stata accanto alla gente e molti sacerdoti hanno sopportato la persecuzione e qualche volta il martirio, come don Popiełuszko. Anche questo è all’origine della credibilità della Chiesa in Polonia. Questa è una cosa. Secondo pilatro: qui da noi si usa ancora baciare la mano alle donne. Noi polacchi impariamo la stima per le donne, dove? Nei santuari mariani. Non è possibile capire poi la Polonia se non si ha ben chiaro, se non si vede questo profondo amore alla Madonna. Inoltre, la Chiesa in Polonia è sempre una chiesa papale, nel senso che ha sempre guardato a Roma e al Pontefice attraverso un legame molto intenso. Questo ci ha aiutato a perseverare nei momenti molto difficili: quando il Paese era diviso fra Russia, Austria, Germania nel tempo del comunismo, avevamo sempre come riferimento Roma. Un’altra caratteristica è il nostro legame con il popolo ebraico: gli ebrei hanno trovato qui in Polonia la loro casa fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti hanno distrutto il popolo ebraico nella loro casa, in Polonia. Durante la Seconda Guerra Mondiale circa mille sacerdoti polacchi hanno rischiato la vita per salvare gli ebrei dalla persecuzioni nazista. Anche in questo senso, la visita di Papa Francesco ad Aushwitz avrà un particolare valore simbolico e conserverà questa memoria del popolo ebraico e degli altri che sono stati distrutti proprio in questo campo di concentramento.

D. - Il Giubileo della Misericordia avrà questo momento forte con il Giubileo dei Giovani nella capitale della Misericordia, come viene definita Cracovia. Secondo lei quali frutti potrà dare poi non solo ai giovani, ma a tutti i polacchi questo evento?

R. - Giovanni Paolo II ha ricordato proprio a Cracovia che suor Faustina Kowalska ha parlato di una scintilla che parte dalla Polonia per tutto il mondo. La gente pensa sempre: “Che cosa può essere questa scintilla che parte da Cracovia, dalla capitale della Misericordia e va verso tutto il mondo?” Magari il Santo Padre Francesco accenderà questa scintilla di Misericordia che partirà da Cracovia verso tutto il mondo durante la Giornata Mondiale della Gioventù che poi è il Giubileo dei giovani di tutto il mondo. Perciò vediamo questo messaggio di Misericordia, perché dal primo momento, del primo giorno di Pontificato, Papa Francesco è il Papa della Misericordia, tutti lo sappiamo. La gente, i giovani, porteranno con loro ciò che è scritto sotto il quadro della Divina Misericordia e che Gesù stesso ha voluto: “Gesù, confido in te”. La festa della fede, ma anche la fiducia in Gesù misericordioso saranno protagoniste di quella che sarà una giornata mondiale unica - possiamo dire -, perché il Papa della Misericordia viene nella capitale della Misericordia, nel posto dove Gesù misericordioso si è rivelato a suor Faustina Kowalska. Lui prima di tutto, porta con sé i giovani, affinché qui, veramente, che cosa è la Misericordia.








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