2016-07-27 18:30:00

Il Papa alla Polonia: accogliere chi fugge da guerra e fame


La Polonia guardi con speranza e senza paura al futuro, forte della sua fede e della sua memoria. E’ l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto nel suo primo discorso in terra polacca, pronunciato nella suggestiva cornice del Castello reale di Cracovia. Il Pontefice, che ha già assaporato l’entusiasmo dei giovani della Gmg lungo la strada dall’aeroporto alla città, ha esortato la Polonia ad accogliere i migranti che fuggono dalla propria terra a causa della guerra e dalla fame. Dal canto suo, il presidente Andrzej Duda ha ringraziato il Papa per questa visita e ha messo l’accento sulla grande gioia che tutta la Polonia, la terra di Karol Wojtyla, sta vivendo nell’ospitare i giovani del mondo in occasione della Gmg. Da Cracovia, il servizio di Alessandro Gisotti:

Far crescere la memoria positiva che guarda al bene e che costruisce la speranza per il futuro. Nel suo primo discorso in Polonia, Francesco si sofferma sul senso profondo della storia del popolo polacco. Una scelta significativa giacché il discorso è stato pronunciato nel cortile d’onore del Castello reale del Wawel, un luogo che rappresenta - anche simbolicamente - proprio la memoria di Cracovia e della Polonia.

La festa dei ragazzi al passaggio della papamobile
Il Papa è arrivato al Wawel dopo una sobria ma festosa cerimonia di benvenuto all’aeroporto San Giovanni Paolo II. Quindi ha percorso gli ultimi chilometri in papamobile, salutato da due ali di folla di giovani di tutto il mondo che sventolavano le proprie bandiere nazionali al passaggio del Pontefice. Ad attenderlo al Wawel, con il presidente Duda, anche le autorità politiche e il corpo diplomatico, in tutto circa 800 persone.

Europa respiri con due polmoni, come chiedeva Giovanni Paolo II
Nel suo discorso, Francesco ha innanzitutto reso omaggio all’“indimenticabile” San Giovanni Paolo II, “ideatore e promotore” delle Gmg. Ed ha confidato che di Karol Wojtyla lo ha “sempre impressionato il vivo senso della storia”:

“Egli amava parlare dell’Europa che respira con i suoi due polmoni: il sogno di un nuovo umanesimo europeo è animato dal respiro creativo e armonico di questi due polmoni e dalla comune civiltà che trova nel cristianesimo le sue radici più solide”.

Promuovere memoria positiva che guarda al bene
Di qui, il riferimento al 1050.mo anniversario del Battesimo della Polonia come momento in cui la concordia si è evidenziata come strada sicura “per raggiungere il bene comune”. Quindi, soffermandosi sul dialogo e l’identità di una nazione, ha evidenziato che esistono due memorie: una positiva che guarda al bene, una negativa che è fissata sul male:

“Guardando alla vostra storia recente, ringrazio Dio perché avete saputo far prevalere la memoria buona: ad esempio, celebrando i 50 anni del perdono reciprocamente offerto e ricevuto tra gli episcopati polacco e tedesco, dopo la seconda guerra mondiale. L’iniziativa, che ha coinvolto inizialmente le comunità ecclesiali, ha innescato anche un processo sociale, politico, culturale e religioso irreversibile, cambiando la storia dei rapporti tra i due popoli”.

Polonia accolga quanti fuggono dalla guerra e dalla fame
Ancora, ha citato la dichiarazione congiunta tra Chiesa della Polonia e quella ortodossa di Mosca. Bisogna far crescere questa memoria buona, ha ribadito, e “lasciar cadere quella cattiva” e cita così il “complesso fenomeno migratorio”. Quest’ultimo, ha osservato, richiede “saggezza” e “misericordia” per “superare le paure e realizzare il maggior bene”. Bisogna, ha affermato, “individuare le cause dell’emigrazione dalla Polonia, facilitando quanti vogliono tornare”:

“Al tempo stesso, occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame; la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede. Nello stesso tempo vanno sollecitate collaborazioni e sinergie a livello internazionale al fine di trovare soluzioni ai conflitti e alle guerre, che costringono tante persone a lasciare le loro case e la loro patria”

Dal Pontefice quindi un rinnovato appello ad alleviare le loro sofferenze e ad impegnarsi “per la giustizia e la pace”. La Polonia, è l’esortazione del Papa, guardi “con speranza al futuro” e alle sfide che deve affrontare impegnandosi a favorire un clima di rispetto tra tutte le componenti della società.

Difendere la vita, tutti siamo chiamati a rispettarla
Il Pontefice ha rivolto poi l’attenzione alla famiglia, ai poveri e soprattutto alla difesa della vita:

“La vita va sempre accolta e tutelata – entrambe le cose insieme: accolta e tutelata – dal concepimento alla morte naturale, e tutti siamo chiamati a rispettarla e ad averne cura. D’altra parte, allo Stato, alla Chiesa e alla società compete di accompagnare e aiutare concretamente chiunque si trovi in situazioni di grave difficoltà, affinché un figlio non venga mai sentito come un peso ma come un dono, e le persone più fragili e povere non siano abbandonate”.

La Madonna di Czestochowa protegga la Polonia
La nazione polacca, ha concluso, può sempre contare sulla collaborazione della Chiesa cattolica per progredire nel suo cammino, “ricolma di fiducia e speranza”. E l’ha affidata alla Madonna nera di Czestochowa:

“La Madonna di Czestochowa benedica e protegga la Polonia!”








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