No alle strumentalizzazioni politiche sul tema della sicurezza in questo anno di campagna elettorale. ”Il richiamo alla solidarietà nazionale è un appello a tutti i francesi perché si riconoscano francesi, al di là della diversità della loro origine etnica e religiosa”. Lo ribadisce mons. Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente dei vescovi francesi in un intervista rilasciata oggi all'agenzia Sir, ad una settimana dalla strage di Nizza del 14 luglio.
Il terrorismo può provocare divisioni in un Paese multietnico
In un comunicato diffuso il giorno stesso dell’attentato, i vescovi scrissero: “La
solidarietà nazionale deve essere più forte del terrorismo”. “Siamo consapevoli –
spiega il vescovo Pontier – che questo terrorismo – e il modo in cui si produce –
può provocare divisione in una popolazione europea e francese che ha origini diverse.
Può non solo dividere ma porci gli uni contro gli altri. Ad essere attaccati in modo
particolare sono i francesi di religione musulmana. Sono accusati di essere solidali
con questa gente completamente folle”.
C'è il rischio che il terrorismo possa dividere la Francia
“Il terrorismo può dividere la Francia? Non lo auspico, non lo penso. Ma non posso
certo nascondere – prosegue il presule – che questo rischio esiste e che ci siano
proposte populiste che vanno in questa direzione, creando fratture tra francesi. La
nostra unità nazionale non è minacciata ma lo può essere. I corporativismi e le accuse
possono essere spesso irrazionali”.
Sulle misure di sicurezza evitare strumentalizzazioni politiche
Riguardo alle polemiche che in questi giorni stanno scuotendo la Francia sulle falle
del sistema-sicurezza a Nizza il giorno dell’attentato, il vescovo Pontier dice: “Ci
troviamo purtroppo anche ad un anno dalle elezioni nel nostro Paese e a qualche mese
o settimana dalle primarie. Purtroppo quando si affrontano queste questioni di sicurezza
in una maniera o nell’altra, si sa bene che ci sono delle strumentalizzazioni politiche
e, in casi come questi, si prendono posizioni che cercano di essere più dure rispetto
alle affermazioni degli altri, per apparire all’opinione pubblica più difensori del
Paese. Se ci sono stati degli errori, non saranno certo i media o i politici ad accertarlo.
Spetta alla polizia e alla giustizia stabilirlo con un’inchiesta che mi risulta essere
in corso. Sarà l’inchiesta a dirci la verità. Il resto contribuisce solo alla divisione
e dipende dal clima delle elezioni che si avvicinano”. (R.P.)
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