2016-07-19 10:28:00

Università Lateranense "adotta" 20 studenti da Paesi in guerra


L’Università Pontificia Lateranense (Pul), in sinergia con il Viminale accoglierà studenti titolari di protezione internazionale, offrendo loro una possibilità vera di accoglienza, studio e alta formazione. Con un'intesa che è modello di buone prassi, verrà assicurata a 20 studenti l’opportunità di proseguire il proprio percorso di studi, interrotto a causa dei conflitti nei Paesi di provenienza. I giovani, in Italia, potranno seguire Corsi accademici finalizzati al completamento dell’iter formativo e all’integrazione nella società italiana. Il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno e la Pontificia Università Lateranense (Pul), è volto all’inserimento in percorsi di alta formazione universitaria gli studenti, provenienti da Siria, Iraq ed Eritrea. A siglare l’intesa, che allunga il campo a nuove possibilità d’integrazione, sono stati oggi al Viminale il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, e il Magnifico Rettore della Pul, mons. Enrico dal Covolo intervenuto al microfono di Michele Ungolo:

R. – Il progetto, firmato con un protocollo, da una parte dal Viminale, nella persona del vice ministro Filippo Bubbico, e dall’altra da me, come rappresentante della Pontificia Università Lateranense, prevede che l’università “adotti” 20 giovani studenti provenienti da Paesi in guerra. In realtà questi Paesi sono: la Siria; l’Eritrea; e l’Iraq. Verranno alla Pul per un corso di laurea o post-laurea, e saranno ospitati da strutture dell’Università nella diocesi di Roma. La formazione proposta dall’Università aiuterà i fratelli in fuga dall’inferno di guerre e persecuzioni a riprendersi la propria vita. Con una sinergia, che è modello di buona prassi, verrà assicurata ai 20 studenti l’opportunità di seguire corsi accademici finalizzati al completamento dell’iter formativo che hanno interrotto per causa di guerra, e per favorire l’integrazione nella società italiana.

D. – L’Università Lateranense si farà carico dei costi universitari?

R. – L’Italia prevede di versare all’Università Lateranense 4.800 euro per 12 ragazzi. La gran parte dei costi restanti, non solo per gli altri otto, ma anche per la vita a Roma di tutto il gruppo dei 20, sarà a carico della nostra Università. Devo precisare che questo non riguarda borse di studio, come tante che assegniamo ogni anno, ma piuttosto una beneficenza di cui faremo tesoro.

D. – Quali sono i corsi universitari che potranno seguire questi studenti?

R. – Dobbiamo verificare, caso per caso, che cosa questi 20 studenti hanno già fatto: sono situazioni diverse. Noi abbiamo la possibilità di inserirli o nei nostri normali corsi di laurea; prevedo soprattutto le facoltà giuridiche – il Pontificium Institutum Utriusque Iuris – e, fra l’altro, la Facoltà di Giurisprudenza ha il titolo di laurea magistrale riconosciuto dallo Stato italiano; oppure la Facoltà di Filosofia. Quindi, prevedo soprattutto queste due facoltà. Ma abbiamo anche la possibilità di inserirli in corsi post-laurea se hanno il titolo adatto: questo dovremo verificarlo caso per caso.

D. – Quanto è importante questo accordo con il Viminale?

R. – A mio parere, è proprio un'iniziativa unica nel suo genere che può aprire la strada a sinergie che richiamano le istituzioni alle buone opere di misericordia. Le istituzioni ricordano il versante politico della loro missione: anche le università pontificie hanno questa valenza politica, nel senso ampio della parola, cioè di costruire la buona città. Questo è un segno; e io credo che rientri molto bene nei segni che Papa Francesco ci ha consegnato, e che continua a consegnarci, in questo Anno Giubilare della Misericordia.








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