2016-07-18 14:21:00

Marocco: Mohammed VI chiede il ritorno nell’Unione Africana


“È tempo che il Marocco rientri nella famiglia dell’Unione Africana”. Questa la richiesta di re Mohammed VI formalizzata in un messaggio indirizzato al 27.mo summit dei capi di Stato africani appena concluso in Rwanda. Il Paese aveva lasciato l’Ua oltre 30 anni fa, in seguito al riconoscimento del Sahara occidentale nelle mani degli indipendentisti del Fronte Polisario da parte dell’organismo sovranazionale. Per un commento sulla notizia, Roberta Barbi ha raggiunto Fabrizio De Longis, giornalista esperto dell’area nordafricana:

R. - È una buona notizia, prima di tutto perché l’ingresso in queste organizzazioni sovranazionali comporta una stabilità maggiore dei territori e il Marocco, in particolare, è coinvolto da alcuni anni – dal 2011 – da una serie di processi che stanno cercando di portare una maggiore stabilità nel Paese, nell’area, e di inquadramento di partnership economiche. Questa richiesta di tornare nell’Unione Africana va inquadrata soprattutto nelle esigenze del Marocco di dare una risposta alla situazione del Sahara e a quella che è la stabilità del movimento del Fronte Polisario dopo la morte del leader Mohammed Abdel Aziz, il 31 maggio scorso. In questo momento Mohammed VI sta provando, invece, a stabilizzare l’area sotto l’influenza del Marocco, soprattutto perché il Fronte Polisario, nei campi profughi presenti nella vicina Algeria, si sta sempre più avvicinando alla radicalizzazione dell’Islam e all’Is.

D. - Il Marocco lasciò l’Unione Africana nel 1984 in polemica con il riconoscimento da parte di quest’ultima dell’indipendenza del Sahara occidentale guidato dagli indipendentisti del Fronte Polisario. A che punto sono oggi i rapporti?

R. - Sono in stallo proprio per la morte di Mohammed Abdel Aziz. Questo sta dando spazio a movimenti - soprattutto tra i più giovani - di radicalizzazione dell’Islam che hanno base nei campi profughi algerini.

D. - Sulla decisione può avere influito la recente ascesa di Brahim Ghali a segretario del Fronte e presidente dell’autoproclamata Repubblica araba democratica saharawi?

R. - Assolutamente sì. Il passaggio di richiesta di ritorno all’Unione Africana avviene dopo quello che è stato invece l’iter di ingresso nell’Alleanza del Golfo che dal 2011 vede il Marocco sotto l’egida dell’Arabia Saudita - che è il primo partner di esportazione e importazione - proprio nell’ottica di fermare i movimenti radicali islamici e non per caso il Marocco ha chiesto, nel processo di rientro nell’Unione Africana, che il suo “advisor” sia il Kenya. Tutti e tre i Paesi - Arabia Saudita rispetto allo Yemen, il Kenya rispetto alla Somalia e il Marocco rispetto ai movimenti indipendentisti - hanno un grande problema nella gestione della radicalizzazione dell’Islam legato all’Is.

D. - Al Fronte Polisario è venuto meno negli anni anche il tradizione appoggio di Libia e Algeria. Anche questo è stato motivo di distensione?

R. – È stato un motivo di distensione con Mohammed VI, perché comunque un Fronte non riconosciuto dalla Stato marocchino e indipendentista non trovi più l’appoggio di nazioni costituite, distende indubbiamente i rapporti fra queste nazioni, tra Marocco, Algeria e Libia. Questo è conseguente alla nuova ristrutturazione dell’Algeria che sta cercando di dare un nuovo impulso economico alla situazione libica, ma va anche osservato, con grande importanza, quello che è il ruolo, oggi, in quell’area della Russia. Sappiamo che più del 50% delle importazioni agricole di verdura e il 30% di frutta della Russia arrivano direttamente dal Marocco.

D. – “È giunto il momento per il Marocco di trovare il suo posto naturale dell’Ua”, queste le parole del sovrano. Quale può essere il ruolo del Marocco in un Nord Africa in cui si è affacciato anche lo Stato islamico, pensiamo alla situazione in Libia e agli attentati in Tunisia?

R. - Il Marocco, vista la situazione in Nord Africa, può realmente diventare un soggetto di forte stabilizzazione e internazionalizzazione dell’area, perché è uno Stato che dal 2011 ha visto l’ingresso di fondi sovrani dal Golfo con investimenti che sono passati da due a cinque miliardi annui in infrastrutture – quindi stabilizzazione economica -, sta entrando nel Consiglio di Cooperazione del Golfo, ha un dialogo privilegiato con tutta quella che è l’area dell’Ex Unione Sovietica a partire dalla Russia e  può averlo con i Paesi del Mediterraneo. È un ruolo che prima giocavano insieme Egitto e Libia. Noi sappiamo che l’Egitto è in forte crisi, che ha gravi problemi, la Libia è nella situazione che conosciamo dovuta alla guerra, l’Algeria è in un momento non dico di isolamento, ma di chiusura maggiore per la risoluzione di problematiche economiche interne. Questo sta portando il Marocco a poter essere un grande soggetto di dialogo. Ed è per questo che l’Unione Africana sta guardando con interesse il suo ingresso nell’area, anche se Mohammed VI ha chiesto di poter rientrare senza nessun tipo di sanzione e senza nessun tipo di problema.








All the contents on this site are copyrighted ©.