2016-07-17 14:15:00

Turchia: 6000 arresti dopo il fallito golpe. Tensione con gli Usa


In Turchia, dopo il fallito colpo di Stato militare, è giro di vite contro tutti i sospetti golpisti. Il ministro della Giustizia riferisce di oltre 6000 arresti e parla di una cifra destinata a salire. In manette anche gli oltre 2700 procuratori rimossi ieri dall’incarico. Il bilancio ufficiale della notte di violenza tra venerdi e sabato resta di oltre 260 morti (di cui 104 insorti) e 1400 feriti. Intanto, sale la tensione con gli Stati Uniti: il presidente Erdogan chiede a Washington l'estradizione di Fethullah Gülen, l’ex imam e magnate turco esule in America accusato di essere l'ispiratore del tentato golpe. Il servizio di Marco Guerra:

“Supereremo i 6000 arresti attuali. Continueremo a fare pulizia”, il ministro della  Giustizia turco parla apertamente di un giro di vite solo iniziato nei confronti di tutti coloro che hanno sostenuto il tentativo di golpe. Nel mirino soprattutto i vertici delle forze armate e la magistratura. Ieri quasi 3000 militari erano stati arrestati e altrettanti giudici erano stati rimossi e oggi anche per quest’ultimi è scattato l’ordine di arresto. Tra le decine di giudici già in manette anche uno della Corte costituzionale. Nel partito governativo si parla anche di pena di morte per i ribelli.

Continua a salire anche la tensione tra Ankara e Washington. Erdogan accusa il carismatico predicatore musulmano Fethullah Gülen, suo acerrimo avversario esule negli Usa, di essere dietro al tentato golpe e ne chiede agli Stati Uniti l'estradizione. Esponenti del governo turco ipotizzano apertamente un appoggio Usa al golpe, il segretario di Stato John Kerry ha negato tutto mettendo in guardia da quelle che ha chiamato "pubbliche insinuazioni". 

Gülen, predica un islam mistico, alleato di scienza e democrazia: è a capo di un movimento che conta decine di migliaia di attivisti e controlla associazioni professionali e caritative, aziende, scuole e università, radio, quotidiani e televisioni. Si calcola che 4 o 5 milioni di persone lo sostengano, di fronte ad una popolazione turca che arriva quasi a quota 78 milioni. Il premier turco Yildirim ha detto che chi ospita Gülen non può essere amico di Ankara. Kerry si è detto disponibile ad aiutare Ankara nelle indagini sul golpe ma ha osservato che per quanto riguarda Gülen ci vogliono prove.

Dal canto loro le autorità turche hanno chiuso la base aerea di Incirlik, nel Sud del Paese, impiegata dagli Usa e dalla Coalizione internazionale per gli attacchi contro le roccaforti dello Stato Islamico. Tutte le diplomazie occidentali restano comunque con i riflettori puntati sulla Turchia dopo aver ribadito la fiducia al legittimo governo sostenuto dall’Akp. Vladimir Putin è stato il primo leader ad aver chiamato Erdogan al quale ha chiesto un ritorno alla stabilità. Concordato un incontro tra i due per la prima settimana di agosto. 








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