2016-07-16 12:23:00

Colombia: sciopero trasporti blocca Paese, Chiesa invita al dialogo


“Cercare in maniera urgente e sincera” una soluzione allo sciopero degli autotrasportatori che da circa 40 giorni sta paralizzando la Colombia. È quanto richiede al governo ed agli stessi camionisti, in una nota, la Conferenza episcopale colombiana (Cec). Esprimendo preoccupazione perché lo sciopero “ha iniziato a danneggiare in modo pesante” la popolazione in molte regioni del Paese, creando anche serie difficoltà al trasporto dei passeggeri,  i vescovi auspicano che le proteste e le richieste dei camionisti, così come le risposte del governo, siano pensate in funzione della pace sociale e del benessere dell’intero Paese.

Paese ha bisogno di pace e giustizia sociale
La Cec invoca, poi, “protezioni urgenti” per coloro che protestano in modo pacifico e ricorda che il raggiungimento di un eventuale accordo servirebbe “a legittimare la legalità e il clima di rispetto per le istituzioni colombiane, come apporto significativo al processo di costruzione di una pace stabile e duratura” e di “una giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno”.

I motivi della protesta
Le proteste degli autotrasportatori sono iniziate circa sei settimane fa: i manifestanti lamentano la mancanza di risposte soddisfacenti, da parte dell’esecutivo, di fronte all’aumento di carburante, pedaggi e merci. Numerosi gli atti di violenza accaduti in questi giorni e che hanno provocato il ferimento di 18 agenti di polizia e l’arresto di 75 persone. Dal suo canto, il capo dello Stato, Juan Manuel Santos, ha schierato 50mila militari in tutte le strade della Colombia per affrontare i manifestanti, ordinando il sequestro dei veicoli utilizzati per bloccare le strade, il ritiro delle licenze ed il pagamento di multe salate per gli aderenti allo sciopero. (I.P.)








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