2016-07-14 14:03:00

Cantone: "La corruzione impedisce di fare le infrastrutture"


“Quanto avvenuto in Puglia è un episodio che ha un oggettivo collegamento con i fatti di cui ci occupiamo oggi. Questo incidente, su cui dovrà  fare chiarezza la magistratura, è sicuramente frutto di un problema atavico del nostro Paese nel fare le infrastrutture". Con questo pensiero rivolto alle vittime dell’incidente ferroviario avvenuto due giorni fa, il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha aperto, questa mattina in Senato la presentazione della relazione annuale. Il servizio di Marina Tomarro:

Nel 2015 le segnalazioni di anomalie su appalti di lavori, servizi e forniture sono raddoppiate da circa 1.200 a quasi 3.000 generando l'apertura di oltre 1.800 fascicoli. Sono questi i primi dati che emergono dalla relazione annuale dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Aumentate di circa il 90 per cento, anche le segnalazioni ricevute  sulla piattaforma "Campagna Trasparenza", passando  da 760 nel 2014 a 1.435 nel 2015.  Ascoltiamo Alberto Vannucci, docente di Scienza politica all'Università di Pisa, ed esperto di corruzione:

"L’aumento delle segnalazioni va letto in una duplice chiave. Da un lato, probabilmente è un segnale preoccupante: ovviamente vuol dire che in qualche modo le patologie del sistema sono ancora presenti e danno questi segnali: segnali di anomalia, distorsioni, mal funzionamenti, che vengono rilevati. Ma c’è anche da rilevare - in chiave, forse, un po’ più ottimistica - che adesso finalmente la Pubblica Amministrazione si sta faticosamente dotando di 'antenne', cioè di strumenti che permettano quanto meno di recepirli questi segnali. Su alcune procedure queste anomalie almeno siamo in grado di segnalarle, vuoi per i tempi anomali di realizzazione, vuoi per il numero abnorme di varianti, è il caso della famigerata Linea C della Metropolitana di Roma, o per altri fattori legati ai costi esorbitanti di realizzazione. E’ tutto da verificare che poi, una volta che questi segnali siano stati raccolti e in qualche modo anche resi pubblici, ci sia poi la capacità di introdurre dei correttivi a livello, ad esempio, di procedimenti più efficaci, più snelli e maggiormente capaci di guardare al risultato finale della realizzazione piuttosto che ad una mera logica dell’adempimento". 

Il presidente dell’Autorità, Raffaele Cantone, ha sottolineato anche lo spinoso problema di troppe grandi opere arenate in Italia - cantieri di lavoro aperti anche oltre 10 anni fa, come nel caso dell’anello ferroviario di Palermo o l’autostrada A14 Bologna-Taranto - e rimaste fino ad adesso incompiute. E anche i numeri dei commissariamenti non sono incoraggianti: nel 2015 sono stati disposti 47 provvedimenti di cui 36 a causa della mafia. Ascoltiamo ancora Alberto Vannucci:

"La questione dell’alto rischio di corruzione, che investe da sempre e tradizionalmente in Italia la realizzazione delle opere pubbliche, soprattutto delle grandi opere e quindi anche le opere infrastrutturali, è precisamente uno dei fattori che può da un lato spiegare i ritardi, a volte lunghissimi e apparentemente inspiegabili che accompagnano inevitabilmente la realizzazione di queste opere, e dall’altro la difficoltà di realizzare e di concludere. La questione che ha sollevato Cantone chiama in causa l’incapacità della legge-obiettivo, che è stata soltanto di recente abrogata, di farsi carico di quella che tradizionalmente in Italia è stata una grave lacuna... Talvolta le inchieste svelano, ma sempre troppo tardi! Quando ormai – come nel caso della tragedia di pochi giorni fa in Puglia – il dramma si è realizzato…

All’ incontro è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha messo in evidenza l’urgenza di un rafforzamento degli strumenti giuritici necessari per far emergere i fenomeni corruttivi. Il commento di Alberto Vannucci:

"Sono provvedimenti necessari, che da diversi anni tutte le organizzazioni internazionali ci raccomandano: una revisione della prescrizione, dei termini, della modalità di calcolo della prescrizione, ma anche l’introduzione di strumenti più efficaci, come – ad esempio – la possibilità di prevedere anche per i reati di corruzione delle forme di agenti sotto copertura o ancora il rafforzamento dei meccanismi premiali per chi collabora con la magistratura. Tutto questo è da anni all’ordine del giorno ed è oggetto – appunto – non soltanto di dibattiti, ma anche di una pressione da parte degli organismi internazionali, che hanno rilevato questa anomalia italiana a livello di diffusione abnorme dei fenomeni di corruzione, ma che è rimasta appunto, oggetto di dibattito! Quindi è importante che Grasso abbia ricordato che anche la politica dovrebbe fare la sua parte e, quindi, approvare sicuramente questi provvedimenti necessari, però c’è anche da augurarsi che questo serva a suonare un po’ la sveglia, perché finalmente questi provvedimenti vengano approvati e vedano la luce.








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