"Gli arcivescovi e vescovi del Venezuela, riuniti nella 106.ma Assemblea Ordinaria vogliono condividere con il popolo venezuelano le angosce e desiderano comunicare la speranza che, riconciliati e attraverso il dialogo, troveremo soluzioni efficaci a questa crisi": inizia così l'esortazione finale pubblicata ieri pomeriggio dalla Conferenza episcopale venezuelana (Cev). L’esortazione, riferisce l'agenzia Fides ha per titolo: "El Señor ama al que busca la justicia" (Prov. 15, 9).
Sull'orlo di una crisi di sicurezza alimentare e sanitaria
Dopo una breve descrizione della realtà sociale che vive il Paese, i vescovi segnalano
alcune urgenze. “Siamo sull’orlo di una crisi di sicurezza alimentare e sanitaria,
con delle conseguenze sociali – avvertono -. Dinanzi a questo, la crescita del potere
militare è una minaccia per la tranquillità e la pace”. La violenza e l'insicurezza
sono ovunque, constatano i vescovi citando l'aggressione ai seminaristi. Il testo
evidenzia che "l'identità culturale Venezuelana è sminuita e addirittura persa quando
viene valutata solo se è collegata al progetto politico prevalente.... La democrazia
in Venezuela è incrinata".
La grave crisi morale
Tuttavia "la crisi morale è maggiore della crisi economica e politica, perché colpisce
l'intera popolazione nelle norme di comportamento. La verità lascia il posto alla
menzogna, la trasparenza alla corruzione, il dialogo all’intolleranza e la convivenza
all'anarchia".
I vescovi elencano 3 richieste prioritarie
1.- "Esiste una priorità urgente: il governo permetta l'ingresso delle medicine nel
Paese, data la loro grave carenza. Per la raccolta e la distribuzione, la Chiesa offre
i suoi servizi e le infrastrutture della Caritas, come altre forme di cooperazione
aperte ad altre fedi e istituzioni private. Questo servizio non è la soluzione definitiva,
ma è un aiuto significativo".
2.- "C'è necessità di aprire definitivamente il confine colombiano-venezuelano. Dopo
aver consentito la sua apertura la scorsa domenica, 10 luglio, è stato possibile per
molti fratelli poter rifornirsi di cibo, medicine e altre forniture. Il passaggio
di migliaia di cittadini nel Paese vicino è la prova della crisi".
3.- "Aumenta il numero di cittadini venezuelani tenuti nelle carceri, ingiustamente
privati della libertà, molti di loro per motivi politici. La stragrande maggioranza
è in condizioni disumane e senza un giusto processo. Queste persone, essendo innocenti,
devono essere rimesse in libertà, o almeno dovrebbero essere processate, come stabilito
dal codice di procedura penale". (C.E.)
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