2016-07-13 15:20:00

Esequie card. Piovanelli. Card. Betori: per sempre ‘nelle mani di Dio’


“Solo pensandoci come collocati da sempre e per sempre ‘nelle mani di Dio’ possiamo darci ragione delle vicende di una vita, quella nostra, così spesso toccata dalla sofferenza, costretta a misurarsi con la presenza del male nel mondo, sfidata dalla morte”. Lo ha detto ieri sera il cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nell’omelia dei funerali del cardinale arcivescovo emerito Silvano Piovanelli, scomparso a 92 anni la notte del 9 luglio. Il card. Betori - riferisce l'agenzia Sir - ha presieduto le esequie nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Sepolto nella cripta di San Zanobi della cattedrale di Firenze
A concelebrare i cardinali Ennio Antonelli e Gualtiero Bassetti; vescovi, primi fra tutti quelli della Toscana; sacerdoti della diocesi. Il card. Piovanelli sarà sepolto nel sepolcro dei vescovi fiorentini nella cripta di San Zanobi nella stessa cattedrale. “Solo la certezza di un Dio che ama con amore fedele, a cui ci è chiesto di rispondere ‘fedeli nell’amore’ per poter rimanere per sempre ‘presso di lui’ – ha spiegato Betori – è fonte nel nostro cuore di una speranza indefettibile, che ci apre a un futuro di condivisione del suo regno e di rivelazione dello splendore di una vita destinata all’eternità”.

Testamento del card. Piovanelli: solo Dio è stato la luce dei miei giorni
Questa fede, ha proseguito, “l’abbiamo riconosciuta nella testimonianza che il vescovo Silvano ci ha consegnato con la sua vita, ogni giorno della sua esistenza tra noi, e ha espresso nelle parole che aprono il suo testamento spirituale, dettato appena un mese fa: ‘Sono in dirittura di arrivo e tutta la mia vita è rivolta verso il Signore, il quale ha riempito la mia esistenza. Lui solo è stato la luce dei miei giorni'”. Una vita per il Signore, ancora parole di Betori, “e quindi orientata da sempre all’incontro con lui; una vita che, proprio perché per il Signore, è stata una vita con e per i fratelli”. Questa lezione di fede “è quanto siamo chiamati ad accogliere come un dono di grazia e un insegnamento ultimo del nostro amato cardinale”.

La vita del card. Piovanelli vissuta nell'obbedienza al Padre
Commentando la lettera ai Romani, il card. Betori ha richiamato un passo di quanto Piovanelli scrisse nel 1997: “Nonostante le mie opacità e le mie deformazioni, ha custodito in me il dono della sua presenza: davvero, il suo Amore è più grande del nostro stesso cuore!”. Con riferimento alla pagina evangelica della consegna che Gesù fa di sé al Padre sulla croce, il card. Betori ha spiegato che  essa “è l’ultimo atto di quell’obbedienza che è stata tutta la sua vita, con cui consegnandosi alla volontà del Padre si è ogni giorno consegnato all’umanità e alla sua salvezza”.

È la fede che anche in questo momento sorregge i nostri cuori 
“Sappiamo – ha aggiunto – come queste parole, come le altre di Gesù sulla croce il cardinale abbia voluto avere avanti a sé negli ultimi giorni della sua vita, per ripeterle e condividerle, per condividere la volontà del Signore nell’offrirsi al Padre e, in lui, ai fratelli”. E proprio perché Gesù “non trattiene per sé la propria vita, ma la consegna al Padre, questa vita non si consuma ma si ritrova trasformata nella risurrezione” secondo la promessa fatta “a tutti coloro che credono in Gesù e ne condividono l’offerta di sé per il mondo”. È la fede, ha concluso Betori, “che sorregge i nostri cuori anche in questo momento. Mentre consegniamo le spoglie mortali del nostro caro cardinale Silvano al sepolcro, riaffermiamo nella fede che da quel sepolcro risorgerà per la vita eterna”. (R.P.)








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