2016-07-11 13:48:00

Greg Burke: Sala Stampa parla al mondo, grato a padre Lombardi


Per la prima volta, dunque, uno statunitense viene nominato direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Poco dopo la nomina, il nuovo direttore ha concesso alla Radio Vaticana la sua prima intervista soffermandosi sul suo incarico, sulla comunicazione sempre più internazionale della Chiesa e sulla figura di padre Federico Lombardi. Ascoltiamo Greg Burke al microfono di Alessandro Gisotti:

R. - Sono molto entusiasta, direi “excited” in inglese. Allo stesso tempo, però, devo dire che non nascondo anche un po’ di paura. Mi rendo conto che la Sala Stampa non sia un lavoro facile. Una cosa è fare il giornalista, e questo mi è piaciuto molto in questi anni, ma questo lavoro qui mi sembra una cosa ben più complicata!

D. – Si sottolinea da parte di molti: un nuovo direttore laico, un vice direttore laico e per di più donna; e anche una diversità culturale e linguistica, un anglofono e un'ispanofona…

R. – Sì, credo che la parola di oggi sia “international”, internazionale. La Chiesa cattolica, per sua natura, è universale. In questo universo oggi chiaramente lo spagnolo è molto importante per il mondo cattolico. Ma se vuoi parlare con tutto il mondo, bisogna anche parlare inglese, non c’è dubbio!

D. – Succedere a padre Federico Lombardi in questo incarico cosa vuol dire per lei?

R. – In questi anni ho visto in padre Lombardi una pazienza sconfinata: proprio così… Ma non solo questo: io ho usato la parola inglese “gracious“, perché è un po’ gentilezza, ma anche cortesia. Lui sempre riesce a essere molto gentile con le persone, molto disponibile; una dedizione totale al Santo Padre, al lavoro. Io spero – almeno in parte – di avere queste virtù!








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