Il fenomeno dei suicidi tra i giovani indigeni in Brasile ha superato i livelli di guardia e sta assumendo il contorno di una vera e propria “pandemia”. A denunciarlo - riferisce l’agenzia Apic - è uno studio pubblicato il primo luglio dalla Facoltà latino-americana di Scienze sociali (Fiasco).
I suicidi legati alle discriminazioni e alle occupazioni delle terre indigene
Secondo la ricerca, condotta in 8 municipalità situate negli Stati di Amazonas e Mato
Grosso Do Sul, dove si concentra una buona parte delle popolazioni aborigene del Brasile,
su 327 indigeni che si sono suicidati tra il 2009 e il 2013, quasi la metà erano ragazzi
tra i 10 e i 19 anni. I picchi si raggiungono nelle aree dove si registrano più conflitti
con i proprietari terrieri per la terra. Un fenomeno che non sorprende. Già nel 2009,
uno studio dell’Onu associava l’alto tasso di suicidi tra i giovani indigeni alle
discriminazioni e all’emarginazione di cui sono vittime queste popolazioni, ma anche
alla sottrazione e occupazione delle loro terre ancestrali.
Le denunce del Cimi
Situazioni puntualmente denunciate in questi anni dal Consiglio Missionario degli
Indigeni (Cimi) affiliato alla Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) e confermate
dal “Rapporto 2014 sulla violenza contro i popoli indigeni”, presentato il 29 giugno
a Papa Francesco dal suo presidente, mons. Roque Paloshi, arcivescovo di Porto Velho.
“L’indifferenza, l’avanzamento dell’agro-business, la costruzione di mega-centrali
idro-elettriche, l’installazione di impianti di estrazione mineraria e, in generale,
la devastazione dell’ambiente, hanno conseguenze disastrose sulle popolazioni aborigene
brasiliane”, ha affermato il presule.
Preoccupazione per le pressioni dei latifondisti sul nuovo governo Temer
Ad accrescere le preoccupazioni del Cimi per il futuro dei popoli indigeni dell’Amazzonia
brasiliana anche il recente cambio al vertice alla presidenza del Brasile. Il governo
ad interim di Michel Temer, subentrato alla presidente eletta Dilma Rousseff coinvolta,
anche se indirettamente, nello scandalo Petrobras, potrebbe infatti rivedere e revocare
le delibere del precedente esecutivo che ridavano le terre agli indigeni, sotto le
pressioni della potente lobby dei proprietari terrieri, da sempre contrari alla restituzione
delle terre agli indigeni. (A cura di Lisa Zengarini)
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