2016-07-07 14:20:00

Kaiciid: no a violenza in nome di Dio. Promuovere il dialogo


Istanbul, Dacca, Baghdad, Medina. Quattro città diverse unite da una striscia di sangue: quella delle vittime di diversi attentati terroristici che hanno provocato numerose vittime. Di fronte a simili avvenimenti, il Kaiciid - il Centro internazionale per il dialogo interreligioso e culturale intitolato a Re Abdullah Bin Abdulaziz, fondato nel 2012 con il contributo della Santa Sede e con sede a Vienna – ha rilasciato una dichiarazione a nome di cinque religioni: cristianesimo, buddismo, induismo, Islam ed ebraismo.

Non abusare della religione per giustificare la violenza
Esprimendo cordoglio per le vittime e vicinanza alle loro famiglie, i rappresentanti del Kaiciid si dicono “scioccati dalla violenza perpetrata da coloro che abusano della religione per giustificare l’ingiustificabile: la violenza contro gli altri e contro i luoghi di culto”. Di fronte a tali crimini, il Kaiciid chiede “a tutte le persone di buona volontà di restare unite nel respingere ogni forma di pregiudizio nei confronti delle persone di culture e credo religiosi diversi”.

Unità e dialogo per raggiungere la riconciliazione
L’unità, infatti, non permette ad alcuna forma di “violenza o terrore” di “allontanare i popoli e le culture dalla via della pace”. “Rimaniamo fermamente decisi – concludono i rappresentanti del Kaiciid – nel fare affidamento sul dialogo per raggiungere la riconciliazione”.

Gli scenari degli attentati
Gli attentanti ricordati dal Kaiciid si sono verificati nei giorni scorsi: il 28 giugno, tre kamikaze si sono fatti saltare in aria all’aeroporto di Istanbul, in Turchia, provocando più di 40 morti ed oltre 200 feriti. Venerdì 1.mo luglio, un commando di terroristi ha fatto irruzione in un ristorante di Dacca, in Bangladesh, uccidendo venti persone, tra cui nove italiani. Domenica 3 luglio, in Iraq, tre esplosioni, rivendicate dal  sedicente Stato Islamico, hanno colpito il quartiere commerciale di Karrada, a Baghdad, provocando 250 morti. Il giorno seguente a Medina, in Arabia Saudita, un attacco suicida nei pressi del recinto sacro della Moschea del Profeta Maometto, ha provocato quattro morti. (I.P.)








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