2016-07-07 10:51:00

Fermo, nigeriano ucciso. Card. Menichelli: colpita tutta l'umanità


Fermato per omicidio Amedeo Mancini, l'aggressore di Emmanuel Chidi Namdi, il nigeriano pestato a morte il 5 luglio a Fermo, nelle Marche, dopo che la moglie era stata insultata con parole razziste. Mancini è stato arrestato per "omicidio preterintenzionale con l'aggravante della finalità razziale". La donna ora chiede giustizia. Alessandro Guarasci:

Dice che non voleva uccidere Amedeo Mancini, l'ultrà accusato dell'omicidio a Fermo del migrante Emmanuel Chidi Namdi, fermato per “omicidio preterintenzionale” con l’aggravante razziale. Eppure la sua violenza, la sua ferocia è stata tale da mandare in coma e poi far morire quest’uomo di 36 anni, sfuggito assieme alla mOglie agli estremisti di Boko Haram in Nigeria. L’accoglienza in Italia a Fermo nel locale seminario.

Ora alla moglie, Chinyery, è stato concesso lo status di rifugiato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è detto addolorato e ha chiesto di dare la massima assistenza alla donna, mentre la presidente della Camera Boldrini ha invitato a “espellere l'odio dalla politica”. Il cardinale Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona, ha definito l’atto un’”offesa profonda al genere umano''. Nei mesi scorsi, la Chiesa di Fermo è stata soggetta a intimidazioni proprio per il suo impegno a favore degli immigrati. Quattro bombe carte sono state piazzate di fronte ad altrettante parrocchie . Nei mesi scorsi la Chiesa di Fermo aveva subito intimidazioni, con quattro bombe carta piazzate di fronte ad altrettante parrocchie. Il vicario generale della Diocesi di Fermo, don Pietro Orazi:

R. – Di per sé, fino ad ora non c’erano mai stati problemi. D’altra parte, anche riguardo la questione delle bombe, non abbiamo mai ricevuto messaggi chiari né minacce e non ci sono state neanche rivendicazioni. Certo, ci sono stati avvertimenti, ma non un messaggio chiaro e preciso. Adesso, c’è quest’episodio molto grave capitato l’altro giorno.

D. – Lei che cosa vede? Sono casi episodici questi atti di intolleranza nei confronti di chi richiede l’asilo oppure respira, nella sua provincia, un clima ostile?

R. – Per il momento, anche i nostri rifugiati non hanno creato problemi. Che ci sia un clima ostile non lo posso dire; probabilmente si tratta di qualche piccolo gruppo isolato, magari di ispirazione neofascista o non saprei, che compie questi gesti. Potrebbe anche essere che chi mette le bombe magari poi crea questo clima di ostilità. Certo, anche dalle nostre parti c’è la propaganda nazionale: quella di chi vede un’invasione degli extra-comunicatori, che ci rubano il lavoro, e di chi dice che per loro si spendono soldi mentre per gli italiani non c’è la possibilità di arrivare a fine mese. Oppure l’accusa alla Caritas, assolutamente falsa, che noi ci occupiamo più degli stranieri che degli italiani. Noi invece non abbiamo poveri di serie A e poveri di serie B.

D. – Don Vinicio Albanesi ha detto: Questo episodio gravissimo che è accaduto, ci rafforza nella nostra convinzione di andare avanti. Lei che cosa può aggiungere?

R. – Direi che è perfettamente giusto. Non possiamo lasciarci intimorire e quindi – assolutamente – le bombe non hanno cambiato nulla e tantomeno farà questo episodio. Anzi, ieri sera, nella veglia di preghiera, abbiamo avuto proprio il conforto di una presenza massiccia di persone e non solo di associazioni ecclesiali. C’era infatti anche il sindaco, il rappresentante della Cgil, la Croce Rossa e poi altre realtà che non conosco e che non sono tutte necessariamente di ispirazione cattolica; c’era anche un imam. C’è stata una partecipazione veramente significativa e notevole, anche se la veglia è stata organizzata su due piedi, in pochissimo tempo. Quindi anche la comunicazione è stata difficile, rapida, però noi abbiamo fatto quello che era possibile.








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