2016-07-05 19:21:00

Attacco in Bangladesh, rimpatriate le salme delle vittime italiane


Sono arrivate all’aeroporto di Ciampino, le salme dei nove italiani rimasti vittime dell’attacco terroristico in Bangladesh. Ad accoglierle, il presidente della Repubblica, Mattarella, che ha interrotto il suo viaggio in America Latina per stringersi attorno alle famiglie dei deceduti. Proseguono, intanto le indagini: un ostaggio è stato ucciso per errore nel blitz della polizia, mentre sono stati arrestati alcuni familiari di uno dei terroristi. Paola Simonetti:

Un incontro privato, denso di cordoglio e conforto ad alcuni dei familiari delle vittime dell’attentato in Bangladesh, quello del presidente della Repubblica, Mattarella, oggi all’aeroporto militare di Ciampino, giorno del ritorno delle salme dei nove italiani insieme ad uno dei due sopravvissuti alla strage, Gianni Boschetti. I corpi dei deceduti saranno sottoposti ad autopsia all’ospedale romano Gemelli dopo il riconoscimento da parte dei parenti. Un primo passo per fare ulteriore chiarezza sulla dinamica dei fatti, che la procura di Roma intende accertare anche chiedendo tramite rogatoria internazionale copia degli atti delle indagini nel luogo della strage. Intanto, dall’inchiesta in Bangladesh emergono nuovi particolari: la polizia ammette di avere ucciso uno degli ostaggi di Dacca per errore scambiandolo per uno dei terroristi. Proprio su questi ultimi vengono resi noti ulteriori dettagli: sarebbero stati visti prima dell’attacco, parlare con un professore di una prestigiosa università locale, la stessa frequentata da uno degli attentatori. Arrestat,i intanto, il padre ed il fratello di uno dei terroristi. 

Sull'attentato di Dacca, Adriana Masotti ha raccolto il commento di padre Emmanuel Rozario, rettore del Seminario maggiore della capitale del Bangladesh dove ieri sera si è celebrata una Messa di suffragio per le vittime: 

R. – Ieri abbiamo celebrato la Messa, qui nel Seminario, nella Cappella. Io conoscevo personalmente alcuni degli italiani, perché frequentavano la nostra Chiesa, partecipavano alla Messa. E con alcuni di loro avevo un contatto personale… Quando ho sentito che hanno ammazzato queste persone, ho provato molto dolore.

D. – Perché, secondo lei, questo attentato proprio a Dacca, proprio in Bangladesh?

R. – E’ la prima volta in Bangladesh che c’è questo tipo di attacco terroristico. I terroristi sono tutti di origine bengalese, giovani, ben educati, però…

D. – Una cosa che colpisce è che questi giovani non fanno parte di una classe – diciamo - ai margini, ma vengono invece da famiglie che stanno bene…

R. – Questi giovani provengono da famiglie ricche, vivevano in buone condizioni. Ieri sentivo, in televisione, il padre di uno dei terroristi che diceva: è sempre stato bravo quando era bambino, è stato anche uno studente molto bravo… Poi non sanno cosa sia successo, perché erano sei mesi che era sparito da casa. Anche i genitori non sapevano, dove fosse… Lo hanno cercato e – dopo sei mesi – lo hanno rivisto soltanto venerdì, quando c’è stato questo attentato. Magari succede che questi giovani, che vengono da diverse famiglie, vengano presi da qualcuno, da qualche gruppo… Non possiamo saperlo. Spariscono improvvisamente dalle famiglie; magari vengono poi formati su come fare questi attacchi e quando riappaiono è perché sono in grado di fare questo tipo di cose.

D. – Tanti occidentali, anche italiani, sono in Bangladesh per lavoro: questi stranieri come vengono visti dalla gente comune?

R. – La gente normalmente ha verso gli stranieri un atteggiamento buono. Ma in questi mesi – diciamo nell’ultimo anno – qualcosa è cambiato un po’ nell’atteggiamento. Non di tutti, ma certamente di questo tipo di gruppo: loro non vogliono gli stranieri o magari pensano che loro non sono musulmani e quindi hanno un atteggiamento diverso. Ma io dico sempre che si tratta solo di un gruppo e non della maggior parte della gente. La nostra cultura è molto accogliente, noi siamo molto accoglienti e quando i forestieri vengono noi siamo molto amichevoli. Adesso gli stranieri sono un po’ in tensione e hanno anche un po’ di paura. Come d’altronde anche noi, perché questo non era mai successo prima. E ci fa pensare: cosa succederà e come andrà a finire?

D. – I musulmani come hanno commentato queste uccisioni?

R. – La maggior parte dei musulmani è contro questo tipo di attacco: loro non sono in favore di tutto questo. Anche loro criticano tutto questo e dicono che non è giusto, che questo non è l’insegnamento della religione, dell’islam. E’ qualcosa contro l’umanità e contro anche l’insegnamento stesso della religione.








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