2016-07-02 07:14:00

Attacco dell'Is a Dacca: blitz della polizia mette fine al raid


Un’operazione mirata delle forze bengalesi ha posto fine, poche ore fa, al nuovo attacco terroristico rivendicato via web dal Califfato. Un commando armato ha fatto irruzione sparando in un ristorante di Dacca, capitale del Bangla Desh, e uccidendo due agenti. Poi, poche ore fa, la controffensiva della polizia, che ha posto fine al raid. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Dacca come Parigi, Bruxelles e Istanbul. Il commando dei terroristi ha agito di sera all’improvviso, attaccando il ristorante Holey Artisan Bakery nella zona delle ambasciate, solitamente frequentato da occidentali, al grido di “Allah Akbar”. Dopo aver ucciso due poliziotti, i miliziani si sono asserragliati nel locale, tenendo in ostaggio dalle 20 alle 35 persone di varie nazionalità. Alle 7.40, ora locale, le 3.40 in Italia, è scattato il blitz delle teste di cuoio bengalesi, conclusosi pochi minuti fa. La polizia ha detto di aver salvato 12 persone e di aver ucciso sei terroristi e averne arrestati altri due. Oltre un centinaio gli uomini impegnati nell’operazione. Sembra anche che, prima del blitz, ci sia stata una trattativa tra forze dell’ordine e terroristi, ma senza risultato. Un sito legato all'Is, intanto, aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato. Gli occhi di tutto il mondo per ore si sono concentrati su Dacca, in particolare l’Italia per la presenza tra gli ostaggi di diversi connazionali. Il presidente della Repubblica, Mattarella, ha commentato dal Messico: “Un atto di barbarie”.

Per un commento su questo nuovo atto terroristico, Giancarlo La Vella ha intervistato Stefano Silvestri, già presidente dell'Istituto Affari Internazionali:

R. – Diciamo che, in questo caso, c’è in più la presa di ostaggi che, in qualche maniera, riporta a situazioni classiche del terrorismo, a cui non eravamo quasi più abituati.

D. – Lo Stato islamico sta mettendo in atto azioni del genere, perché sul terreno iracheno e siriano sta invece perdendo posizioni?

R. – Sì, anche se certamente l’Is favorisce queste cose, le rivendica, ma io non so se ci sia una direzione centralizzata molto forte. In realtà, è più un invito ad agire per agire ogniqualvolta si può, in maniera tale da mantenere alta la tensione e l’immagine di uno Stato Islamico che non si arrende.








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