2016-06-28 12:55:00

Il Papa agli ortodossi: la misericordia di Dio è ciò che ci unisce


La “memoria” dell’esperienza di “perdono e grazia” di Pietro e Paolo, Santi Patroni della Chiesa di Roma, con le loro vite segnate dal peccato prima e dalla misericordia dopo, “accomuna tutti i credenti in Cristo”. Lo ha detto il Papa ricevendo oggi, alla vigilia della festa dei due Apostoli, la delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Servizio di Francesca Sabatinelli:

Nonostante le differenze in “ambito liturgico, nelle discipline ecclesiastiche e nel modo di formulare l’unica verità rivelata”, l’esperienza “dell’amore infinito di Dio” è ciò che unisce le due Chiese.  E’ la misericordia di Dio, dice Francesco parlando alla delegazione del Patriarcato, il vincolo che lega e che deve divenire il criterio dei rapporti reciproci:

“Se, come cattolici e ortodossi, vogliamo proclamare insieme le meraviglie della misericordia di Dio al mondo intero, non possiamo conservare tra noi sentimenti e atteggiamenti di rivalità, di sfiducia, di rancore. La misericordia stessa ci libera dal peso di un passato segnato da conflitti e ci permette di aprirci al futuro verso il quale lo Spirito Santo ci guida”.

Il Papa torna quindi con la memoria alla recente visita ai profughi e migranti del campo di Moria, sull’isola greca di Lesbo, condotta assieme al Patriarca Bartolomeo e all’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymo II:

“Guardare la disperazione sul volto di uomini, donne e bambini incerti sul loro destino, ascoltare impotenti il racconto delle loro sventure e fermarsi in preghiera sulla riva di quel mare che ha inghiottito la vita di tanti esseri umani innocenti è stata un’esperienza molto commovente, che ha confermato quanto vi sia ancora da fare per assicurare dignità e giustizia a tanti fratelli e sorelle”.

E’ stata la vicinanza umana e spirituale di Bartolomeo e di Ieronymo a dare “grande consolazione in quei momenti così tristi”, dice il Papa, che sottolinea la comune responsabilità, di cattolici e ortodossi, nei confronti di chi ha bisogno, in obbedienza al Vangelo:

“Assumere insieme tale responsabilità è un dovere che tocca la credibilità stessa del nostro essere cristiani. Incoraggio perciò ogni forma di collaborazione tra cattolici e ortodossi in attività concrete al servizio dell’umanità sofferente”.

In conclusione, Francesco cita il Concilio Panortodosso, chiusosi domenica scorsa a Creta, per auspicare “abbondanti frutti per il bene della Chiesa”.








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