Ripensare l’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia sulla questione dei migranti e dei rifugiati: questo l’appello lanciato da Caritas Europa, in una nota diffusa in vista del Consiglio Europeo in programma oggi e domani a Bruxelles. L’accordo prevede, in sintesi, il respingimento di migranti e rifugiati in Turchia, se non presenteranno domanda d’asilo presso le autorità greche o se vedranno respinta tale domanda. Inoltre, per ogni profugo siriano che verrà rimandato ad Ankara dalle isole greche, un altro siriano verrà trasferito dalla Turchia all’Unione Europea attraverso appositi canali umanitari.
Sì a soluzioni basate su solidarietà e rispetto dei diritti fondamentali
“La questione delle migrazioni e la situazione dei richiedenti asilo si stanno trasformando
in una minaccia ai valori europei” si legge nel documento. Al contrario, la Caritas
ribadisce la sua convinzione nella “capacità dell’Europa di risolvere questa situazione
se si agisce insieme, guardando a soluzioni a lungo termine basate sulla solidarietà
e se si garantisce il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti”. Per questo,
l’organismo caritativo si dice “profondamente preoccupato per l’impatto che l’accordo
Ue-Turchia sta avendo sui migranti che cercano rifugio in Europa”, spingendoli a trovare
“modi alternativi” per raggiungere il continente.
Impegnarsi nella tutela dei valori fondanti dell’Ue
Respingere i migranti, infatti – prosegue la nota – “crea un pericoloso precedente
per il futuro, mina l’obbligo degli Stati membri dell’Ue di garantire il diritto internazionale
ai richiedenti asilo ed è l’espressione ultima dei fallimento dei governi europei
nel tentare di concordare un approccio umano comune per proteggere le persone bisognose”.
Tale accordo, inoltre, “dimostra anche che l’Europa si trova ad affrontare un momento
di svolta per quanto riguarda il suo impegno nei confronti dei propri valori fondanti”.
No alle recinzioni, occorre debellare le cause primarie della migrazione
A tal proposito, ricordando gli obiettivi primari con cui è nato il progetto ‘Unione
Europea’, la Caritas del continente continua a “sostenere le politiche incentrate
sulla persona umana, in quanto uniche misure efficaci ed umane, in grado di affrontare
in modo efficiente e sostenibile la disastrosa situazione dei migranti in Europa”.
Di qui, l’accusa a quei leader europei che sembrano “incapaci di cogliere davvero
la disperazione di centinaia di migliaia di persone che fuggono, a rischio della propria
vita, dai terrificanti avvenimenti che accadono nei loro Paesi d’origine”. “Nessuna
recinzione le fermerà mai – sottolinea mons. Luc van Looy, presidente di Caritas Europa
– Dobbiamo invece aiutarle nella loro patria ed affrontare le cause profonde della
loro miseria”.
Convenzione Onu sui rifugiati sia sempre rispettata
La nota si conclude, quindi, con alcune richieste specifiche rivolte ai capi di Stato
e di governo che prenderanno parte al Consiglio europeo: assicurare il rispetto della
Convenzione Onu sui rifugiati che afferma che tutte le persone bisognose di protezione
hanno il diritto di accedere a procedure di asilo eque ed efficaci e non devono essere
soggette a detenzione arbitraria; avviare percorsi più sicuri e legali per raggiungere
l’Europa; impegnarsi maggiormente per il re-insediamento dei rifugiati; porre fine
ai respingimenti verso i Paesi extra-Ue, senza concedere alle persone il diritto di
chiedere asilo; fornire aiuti umanitari in un contesto neutrale, in piena libertà
di movimento e senza detenzione arbitraria”. (A cura di Isabella Piro)
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