2016-06-19 09:34:00

Solidarietà: aperta a Roma la Villetta della Misericordia


A Roma, nuova iniziativa di solidarietà. Ha aperto la Villetta della Misericordia, un Centro di accoglienza per senza fissa dimora realizzato nel Campus dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Nella palazzina sono previsti 22 posti letto per adulti e giovani che fino a poco tempo fa passavano le loro giornate nei locali dell’Ospedale Gemelli. Gianmarco Murroni ne ha parlato con Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli:

R. – La Villetta della Misericordia è un edifico all’interno del Campus dell’Università Cattolica del Policlinico Gemelli di Roma. Era un edificio abbandonato e la Fondazione, in  accordo con l’Università e l’Istituto Toniolo, che ne è il proprietario, ha deciso di ristrutturarlo per destinarlo alle persone senza fissa dimora, che vivono ormai da tanto tempo nei locali dell’ospedale, sia durante la stagione invernale che durante la stagione estiva, e che non hanno quindi una situazione abitativa stabile. In questa ristrutturazione, che è stata molto ben fatta e lineare, si sono creati 22 posti letto. Le persone saranno seguite nella gestione quotidiana dagli amici della Comunità di Sant’Egidio, che già seguivano le situazioni di queste persone nella struttura dell’ospedale. Si è creato, dunque, un punto stabile dove fare raccolta, dare una sistemazione più che dignitosa e consentire la consumazione dei pasti. Direi, quindi, che sia una bella struttura, perché c’è anche un giardino fuori, dove verrà fatto un orto. Insomma, una condizione abitativa normale.

D. – Come verranno aiutate concretamente queste persone?

R. – Concretamente, queste persone arriveranno alla Villetta nel pomeriggio, a partire dalle ore 18. Potranno quindi consumare i pasti, potranno evidentemente dormire e, la mattina, tra le 9 e le 10, usciranno per condurre la loro vita. L’aiuto della Comunità di Sant’Egidio, evidentemente, è anche quello di accompagnare queste persone, cercando di trovare occupazioni nel corso della giornata e favorire l’inserimento stabile. La Villetta è un luogo abitativo ma con attorno un lavoro di accompagnamento di queste persone, per consentire loro di trovare degli elementi di socialità, di inserimento, dove possibile, in attività lavorative, in modo da riguadagnare una condizione di normalità.

D. – La Villetta della Misericordia è il primo centro di accoglienza a Roma all’interno di un’area universitaria e ospedaliera. Ci saranno altre iniziative simili?

R. – Io mi auguro che altre realtà come la nostra seguano questo esempio. L’ospedale, soprattutto quando è di grandi dimensioni come il Gemelli, inevitabilmente ha al suo interno persone che trovano un riparo, se pensiamo alla stagione invernale, o quantomeno un luogo caldo. Evidentemente, questo crea anche qualche potenziale problema. L’idea, dunque, di avere un luogo dedicato, un luogo confortevole che dia una maggiore normalità di vita, è un’idea molto positiva e quindi mi auguro che altri possano seguirla.

D. – Dare supporto ai senzatetto è anche aiutarli nel reinserimento sociale?

R. – Sì, credo che questo sia l’obiettivo. Il primo obiettivo è dare supporto, perché le condizioni di vita, evidentemente, sulle panchine, nei corridoi dell’ospedale, non sono certo dignitose. Il primo obiettivo fondamentale, dunque, è dare supporto. Il secondo è quello di accompagnarli in questa casa e quindi ci sarà una persona che stabilmente sarà lì a coordinare le attività e la vita comune di queste persone. Il terzo è sicuramente cercare, dove possibile, dove ci siano le condizioni, dove ci sia la possibilità, di favorire un reinserimento di queste persone. Ma il primo obiettivo è assicurare una condizione di vita dignitosa.

D. – Papa Francesco rivolgendosi ai fedeli ha detto: “Cosa posso lasciare come ricordo vivente per quest’Anno della Misericordia?” Ecco, questo progetto è una delle risposte alla domanda del Pontefice?

R. – Noi abbiamo cercato di lasciarci colpire da questa sollecitazione di grande concretezza, nella quale mettere qualcosa che in effetti dimostri che l’Anno della Misericordia ci ha toccato nell’intimo, ci ha toccato nella sensibilità più profonda e quindi, inevitabilmente, ci porta a operare, a fare delle cose. Mi sembra un richiamo davvero grandissimo al quale noi abbiamo cercato umilmente di rispondere con questo piccolo gesto.








All the contents on this site are copyrighted ©.