2016-06-17 14:55:00

Mons. Zenari: popolo siriano è stremato, urgente soluzione umanitaria


Non regge la tregua in Siria, bombardamenti si registrano in varie zone tra cui Aleppo. In questo scenario di sangue e crisi umanitaria, giunge la notizia di un convoglio di aiuti umanitari con cibo, medicine e altro materiale per oltre 37 mila persone assediate in un sobborgo di Homs. Quella degli aiuti è l’urgenza più immediata, ribadisce in modo accorato il nunzio apostolico in Siria, l’arcivescovo Mario Zenari, oggi ricevuto dal Papa, al microfono di Luca Collodi:

R. – Battere il chiodo sulle tregue, su quelle umanitarie, sulla distribuzione degli aiuti: ecco, questa direi che è la prima cosa da fare; lasciare che i convogli e gli aiuti umanitari entrino, soprattutto in quelle zone assediate e in altre ancora difficili da raggiungere. Però per questo c’è bisogno di una tregua e di un cessate-il-fuoco. Poi, di pari passo, cercare una soluzione politica, che comprenderebbe anche una soluzione umanitaria. Però questo è ancora molto di là da venire. Quindi, almeno provvedere a fornire il cibo agli affamati, l’acqua agli assetati, le medicine: questa è l’urgenza principale!

D. – Monsignor Zenari, quanto è importante un gesto di solidarietà verso il popolo siriano?

R. – Direi, prima di tutto, che è importante tenere vivo nella nostra coscienza il dramma della Siria: dei siriani e dei cristiani; e poi, anche in quest’Anno Santo, offrire la solidarietà, la prima solidarietà con la preghiera e poi anche quella concreta, perché c’è bisogno di tutto. Pensiamo che circa l’80 per cento della popolazione vive sotto la soglia della povertà, perché ormai non ci sono più le fabbriche e manca il lavoro. Quindi anche coloro che sono sfuggiti alle bombe, ai fuochi incrociati, sono – purtroppo – sotto la minaccia di quella che si potrebbe definire “la bomba della povertà”: circa tredici milioni di persone, secondo le statistiche delle Nazioni Unite, che hanno bisogno di assistenza umanitaria ogni giorno. È una situazione umanitaria catastrofica: quindi ricordarsi anche di una solidarietà concreta in questo Anno Santo. Direi che in Siria, nell’Anno Santo, le opere della misericordia, corporali e spirituali, soprattutto quelle corporali, sono a 360°. E vorrei ricordare anche un fatto di cui magari non ci si rende conto: qui in Occidente, tra le opere di misericordia corporale, c’è anche il seppellire i morti. Alle volte seppellire i morti, raccogliere dei cadaveri dei morti per strada che rimangono lì, a volte sotto il sole, è rischioso, perché si è sotto il tiro magari dei cecchini. Quindi direi a 360°, ed è implicata – è molto bello pensare – tutta la comunità internazionale che opera: credenti, cristiani, musulmani, persone di altre fedi o di nessuna fede – non credenti – ci troviamo ad operare su questo campo delle opere di misericordia.








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