“No all’uso politico della giustizia!” avvertono i vescovi ugandesi in una dichiarazione pubblicata al termine del loro ritiro a Nsaambya, nei pressi di Kampala. “Abbiamo notato le pressioni indirette del sistema giudiziario che è usato per risolvere controversie che di norma necessitano di una soluzione politica invece di fare ricorso a interventi legali” afferma la dichiarazione firmata da mons. John Baptist Odama, presidente della Conferenza episcopale dell’Uganda, ripresa dall'agenzia Fides.
L'opposizione contesta la rielezione di Museveni
Il principale sfidante del Presidente Yoweri Museveni (al potere da 30 anni), Kizza
Besigye, è stato posto in stato d’arresto domiciliare dall’11 maggio, con l’accusa
di “tradimento”, dopo aver organizzato una cerimonia per prestare giuramento come
“Presidente”. Besigye contesta i risultati delle elezioni dello scorso febbraio che
hanno visto la riconferma di Museveni.
I vescovi deplorano l'incertezza che aleggia in molte parti del Paese
Dopo aver ricordato alcuni passi delle Sacre Scritture che prescrivono l’imparzialità
dei giudizi, i vescovi deplorano “l'incertezza che continua ad aleggiare in molte
parti del nostro Paese”, notando che dopo le elezioni “tante persone appaiono infelici,
scoraggiate e amareggiate, mentre è andata persa la speranza per un Paese migliore
e più unito”.
Appello al dialogo tra tutti i leader politici
La Conferenza episcopale lancia quindi un appello “a tutti i leader politici perché
esplorino le vie del dialogo democratico per discutere apertamente le loro recriminazioni
a vari livelli, come una strategia per promuovere la responsabilità politica”. “Continuiamo
ad invitare i leader politici a dare priorità alla politica dell’inclusione e non
a quella dell’esclusione” concludono i vescovi. (L.M.)
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