2016-06-14 22:07:00

Vatileaks. Nuzzi: no fitte email con Vallejo. Nato figlio di Chaouqui


"Non c'è mai stata una fitta corrispondenza email con mons. Vallejo". Lo ha ribadito Gianluigi Nuzzi al processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati. Ascoltati anche i periti che in sostanza hanno confermato il materiale presente "in atti". Comunicata la semilibertà per mons. Vallejo e annunciata, all'inizio della XVII udienza che si è svolta di pomeriggio, la nascita di Pietro Elia Antonio, il figlio dell’imputata Francesca Immacolata Chaouqui. La prossima udienza è stata fissata per il 4 luglio. Massimiliano Menichetti:

Un’udienza pomeridiana che si è aperta con l’annuncio, del legale di Francesca Immacolata Chaouqui, della nascita questa mattina (14 giugno - ndr), di Pietro Elia Antonio. “Una bella notizia” ha ribadito il Direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi, che, in un saluto a margine della nota ufficiale, ha dato il "benvenuto” al piccolo con un caloroso “tanti auguri a lui e ai suoi genitori”. Per questo motivo in aula non era presente l’imputata, che ha subito un parto cesareo. Assente anche Emiliano Fittipaldi, presenti invece gli altri imputati: Nicola Maio, mons. Vallejo Balda e l’altro giornalista Gianluigi Nuzzi, il quale nella sua dichiarazione spontanea ha contestato alcuni elementi emersi dalla testimonianza del gendarme Stefano De Santis.
 
Nuzzi: no fitte email con mon. Vallejo
Ribadito che tra lui e mons. Vallejo “non c’è mai stata una fitta corrispondenza email, ma solo messaggi via WhatsApp,” ad “eccezione di materiale” inviato dal giornalista al sacerdote relativo “ad una presunta truffa ai danni dello Ior”. Illecito del quale Nuzzi chiedeva “contezza” per la lavorazione del libro Via Crucis. “Lo stesso monsignore - ha aggiunto - mi disse di aver trasmesso all’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria) la documentazione da me raccolta".
 
Chaouqui “solo un contatto”
Nuzzi ha poi contestato un secondo punto della testimonianza De Santis nella quale il gendarme “ha dichiarato" che l’imputato avrebbe “ricevuto il Vam, il Vatican Asset Management, il documento segreto, frutto più importante della Sottocommissione Cosea", dalla Chaouqui. Ha precisato che la donna “è stata solo un contatto" che gli “permise di conoscere mons. Vallejo”.
 
Vam fatto marginale
Ha spiegato poi di aver scritto “solo poche righe” sul Vam e pubblicato a pagina 307 e 308, di "Via Crucis", documenti in formato “PowerPoint”, non “Word” come dichiarato da De Santis. “Non ho memoria - ha aggiunto - di un eventuale documento Word inviatomi dalla Chaouqui”. Ha però precisato che in realtà il Vam era per il suo lavoro di relativo interesse, “un fatto marginale” poiché “mentre scrivevo il libro - ha detto - il Santo Padre lo aveva già bocciato”. L’imputato ha anche evidenziato che in tempi anteriori all’uscita del testo, fonti di stampa avevano già ampiamente parlato del Vatican Asset Management: come un articolo de “Il Sole 24 Ore” del 22 maggio 2015, mostrato in aula e di cui Nuzzi ha chiesto l’acquisizione agli atti. Si è poi riferito a generiche conversazioni avute con la Chaouqui in cui lei “avrebbe mostrato disappunto”, precisando però la scarsa rilevanza di questi colloqui.

I periti Atzeni e De Nardis
Ascoltati poi i due periti: il prof. Paolo Atzeni e l’ing. Stefano De Nardis che hanno in sostanza confermato “trascrizione”, “estrazione” e “conformità” del materiale presente negli atti del processo (email e messaggi), proveniente dagli apparati elettronici di mons. Vallejo. In pratica, è stato effettuato un secondo riscontro rispetto al lavoro svolto dalla Gendarmeria. Su domanda di parte, il prof. Atzeni ha precisato di non aver visto fisicamente il Pc del prelato e che le email, agli atti, sono state ricavate dalla casella di posta elettronica presso “Gmail” dagli esperti del Corpo vaticano. Le "estrazioni" dei dati dagli apparati “sono state svolte usando sistemi hardware e software” in presenza “sia dei periti sia dei gendarmi” e “non vi è stata richiesta di confrontare il contenuto delle trascrizioni con i verbali del Corpo vaticano”. Atzeni sollecitato anche su una possibile manomissione degli apparati ha concluso: “Non è possibile dirlo, erano in custodia alla Gendarmeria”.

Tre udienze a luglio
Cercando poi di venire incontro alle esigenze degli avvocati e degli assisti, il Tribunale ha fissato il calendario delle prossime tre udienze che si terranno nei giorni 4, 5, 6 luglio.
 
Mons. Vallejo in semilibertà
Prima di far rientro in caserma mons. Vallejo si è trattenuto con i giornalisti parlando dello stato di semilibertà che gli è stato concesso da sabato scorso, dopo circa sette mesi di detenzione. Il prelato ora può muoversi liberamente, in orari prestabiliti, entro i confini dello Stato Città del Vaticano. Ha comunque scelto di rimanere nella cella che gli avevano assegnato: "Sono rimasto lì così mi sento sicuro - ha detto - sto benissimo, non prendo alcuna medicina, mangio benissimo. Faccio 10 km di passeggiata al giorno e leggo tantissimo".








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