2016-06-12 20:16:00

Strage di Orlando. Obama: "L'America non cederà alla paura". Is rivendica


Stati Uniti sbigottiti per la strage avvenuta a Orlando, in Florida. Un uomo armato, americano di origine afghana, ha sparato contro i presenti che si trovavano all’interno di un locale. 50 i morti e altrettanti i feriti in un bilancio purtroppo ancora provvisorio. Si valuta l’ipotesi terrorismo, mentre lo stato d’emergenza è stato decretato a Orlando e in tutta la Florida.Nel messaggio televisivo che ha rivolto alla Nazione americana il presidente Obama ha parlato di "atto di terrore e di odio". Inoltre il capo della Casa Bianca ha nuovamente stigmatizzato la facilità con cui negli Stati Uniti è possibile procurarsi armi leggere. Infine ha sottolineato: Intanto l'Is ha rivendicato l'attentato. "L'America non cederà alla paura. Il servizio di Michele Raviart:

L’attacco è cominciato alle 2 di notte locali, quando il killer, identificato nell’americano Omar Mateen è entrato armato nella discoteca “Pulse”, punto di riferimento della comunità gay della città. Subito una sparatoria con un agente di polizia in servizio davanti al locale, che non ha però impedito all’uomo di entrare e a barricarsi all’interno con un centinaio di persone. I messaggi e le telefonate disperate degli ostaggi hanno accelerato l’intervento della polizia e delle forze speciali, che dopo circa tre ore hanno fatto irruzione nel locale, uccidendo l’attentatore, armato di un fucile d’assalto, di una pistola e di un ordigno esplosivo. “E’ un attacco terroristico”, ha commentato la polizia di Orlando, anche se non è ancora chiaro di quale matrice. Per l’Fbi l’uomo, di origine afghana, potrebbe avere connessioni con l’islam radicale, anche se, spiega un agente, “è ancora presto per affermarlo categoricamente”. Parla anche il padre del killer, che esclude ogni movente religioso e ricorda recenti commenti omofobi del figlio. Solidarietà è stata espressa dal presidente Obama, “che prega per le vittime”, e per i candidati in pectore alle prossime elezioni Clinton e Trump, per quella che si preannuncia come la più grave sparatoria nella storia degli Stati Uniti.

 








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