2016-06-09 13:27:00

Tendopoli Rosarno: migranti in piazza dopo uccisione bracciante


A San Ferdinando corteo dei migranti della tendopoli di Rosarno per l'uccisione di un giovane maliano. A sparare un carabiniere chiamato per sedare una rissa. Dalle prime ricostruzioni emerge che il migrante abbia aggredito con un coltello il militare, il quale ha reagito ferendo l’uomo con un colpo di pistola mortale. La drammatica vicenda ripropone le condizioni di estremo abbandono e degrado in cui versa l’accampamento di Rosarno. In proposito Gioia Tagliente ha intervistato Vincenzo Alampi, direttore della Caritas Diocesana Oppido-Palmi:

R. – La parte igienico-sanitaria è inesistente. Si consideri che sono un po’ più di 100 baracche, costruite appositamente (abusivamente) perché i migranti non avevano un posto dove andare ad abitare. Nel campo ci sono già 72 tende costruite dalla Protezione civile regionale del ministero dell’Interno. Nel campo dovevano esserci sei immigrati per ogni tenda; e invece si è arrivati ad averne anche dieci. Infatti, specialmente nel periodo invernale - di novembre, dicembre e gennaio - quando arrivano oltre 1.500 persone per i lavori di raccolta degli agrumi, la situazione degenera: 1.500 persone non possono stare in un posto che è previsto a malapena per 400.

D. – Quest’ultimo episodio di violenza potrebbe essere collegato al degrado in cui versano i migranti?

R. – Intanto vogliamo dire che siamo addolorati per questo tragico episodio. Il nostro vescovo, mons. Francesco Milito, ha voluto fare una nota; affidare alla misericordia di Dio il fratello sottratto alla vita e la gente coinvolta nella vicenda. Abbiamo voluto pregare già da ieri sera; e ciò affinché si possa ricercare le vie per un dialogo costruttivo, sereno, per una reciproca comprensione e una concordia vicendevole. Chiaramente è tutto collegato: non si può vivere in una situazione come quella!

D. – Esiste un progetto per la riqualificazione del campo?

R. – La prefettura ha voluto, in questi ultimi tempi, organizzare diversi tavoli insieme a tutte le organizzazioni umanitarie per una nuova costruzione della tendopoli; ciò al fine di superare queste difficoltà. Tutto è programmato per i primi di settembre. Oggi, invece, siamo a questo punto… Purtroppo non siamo riusciti ad arrivare in tempo.

D. – Cosa accadrà nelle prossime ore?

R. – Proprio in questi momenti, tutti i migranti si sono riversati nel comune di san Ferdinando, nel cui territorio ricade la tendopoli, per protestare, soprattutto per le loro condizione igienico-sanitaria e per la morte del ragazzo. Noi speriamo che si possa tornare alla calma. Anche io sto andando là per cercare di dare una mano; noi conosciamo moltissimi immigrati – quasi tutti – e possiamo dare una mano per rasserenare gli animi e tranquillizzare la situazione. È chiaro che è una situazione che speriamo non degeneri ancora di più, e che si possa tornare alla tranquillità e alla calma. Anche io conoscevo il ragazzo che è morto. Siamo dispiaciuti tutti… Sono cose che non dovrebbero verificarsi mai.








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