Resta ancora in sospeso la legge sul suicidio medicalmente assistito (Maid) in Canada. Dopo l’approvazione alla Camera nei Comuni nei giorni scorsi, il disegno di legge non ha passato ancora il vaglio del Senato, dove sono stati presentati emendamenti che vorrebbero estendere la normativa proposta ad altri casi. Il testo presentato dall’Esecutivo, infatti, esclude esplicitamente i minorenni, le persone con malattie mentali e coloro che sono affetti da malattie degenerative.
Da oggi il suicidio non è più illegale in Canada
Il Governo Trudeau ha dovuto quindi ammettere ieri che non sarà in grado di rispettare
il termine ultimo fissato per il 6 giugno dalla Corte Suprema, che l’anno scorso ha
dichiarato incostituzionale la normativa finora in vigore. Secondo quanto stabilito
dalla stessa Corte, dunque, da ieri il suicidio medicalmente assistito non è più illegale
in Canada, ma in mancanza di una legge che disciplini la delicata materia difficilmente
gli operatori sanitari si presteranno a praticarlo.
Una legge che trasforma i medici in “carnefici con licenza di uccidere”
E proprio sui gravi problemi etici e di coscienza posti dal provvedimento ai medici
si sofferma la riflessione proposta dall’arcivescovo della capitale mons. Terrence
Prendergast in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano “Ottawa Sun” anche in
vista dell’assemblea annuale della Federazione nazionale delle Associazioni dei medici
cattolici canadesi prevista questo fine settimana nella capitale. La lettera rivolge
un pressante appello al rispetto della libertà di coscienza. La legalizzazione del
suicidio medicalmente assistito – sottolinea – pone “molti medici” anche “di altri
orientamenti filosofici” davanti a un “dilemma” etico ineludibile tra la fedeltà al
Giuramento di Ippocrate , che li impegna “a non somministrare ad alcuno, neppure se
richiesto, un farmaco mortale, né a suggerire tale consiglio”, e il rispetto di una
legge che di fatto trasforma il suicidio in un diritto e i medici in “carnefici con
licenza di uccidere”.
Non esiste alcun diritto umano all’eutanasia o al suicidio
Ma, rimarca con forza mons. Prendergast, “non esiste alcun diritto umano all’eutanasia
o al suicidio assistito. Abbiamo il diritto alla vita e alle cure mediche, non a morire
o a costringere qualcuno ad ucciderci”. In un mondo secolarizzato “che ritiene che
se una cosa è legale è anche morale”, la coscienza si chiede invece “se è giusto”.
Di qui il richiamo al rispetto della libertà di coscienza: “Se i medici non possono
seguire le loro convinzioni morali, se sono costretti ad essere operatori di morte
e non di vita, se la libertà di coscienza viene considerata insignificante, la società
corre il rischio di una morte morale” , afferma in conclusione l’arcivescovo di Ottawa.
(A cura di Lisa Zengarini)
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