2016-06-07 13:53:00

Iraq, fuga da Falluja e Mosul. L'Onu: è folla di disperati


L’attenzione di questi giorni sull’Iraq resta concentrata anche su Falluja, città che oltre che obiettivo di riconquista militare è divenuta epicentro di una disastrosa situazione umanitaria. Il recente ritrovamento di una fossa comune con centinaia di cadaveri ha colpito l’attenzione della comunità internazionale, ma molti sono i drammi che si consumano di ora in ora in città e nei suoi dintorni, come l'utilizzo dei civili a mo' di scudi umani. Lo testimonia da Baghdad Lise Grande, coordinatrice per l'azione umanitaria delle Nazioni Unite in Iraq. L’intervista è di Gabriella Ceraso:

R. – This is exactly what we’ve been told. We’ve been told…
Questo è esattamente quello che ci è stato raccontato. Abbiamo saputo l’Is costringe le famiglie a rimanere all’interno della città, non consente loro di andarsene e così di raggiungere la salvezza. Questa è una chiara violazione delle norme umanitarie internazionali, che obbligano le parti in conflitto a fare tutto il possibile per tutelare i civili e garantire loro di ricevere quell’assistenza che possa salvare loro la vita. Fare della popolazione scudi umani è assolutamente inaccettabile, eppure questo è il destino di migliaia e migliaia di famiglie di Falluja. Siamo anche molto preoccupati del fatto che nonostante circa 15 mila persone, nell’ultima settimana-dieci giorni, siano riuscite a fuggire, siano in una situazione terribile. Queste famiglie raccontano di ore di cammino dopo aver tentato la fuga nel mezzo della notte; sappiamo di molti casi in cui le famiglie sono state prese a bersaglio e uccise… Ci sono storie terribili, ancora nelle ultime 24 ore, di persone che avevano raggiunto tali livelli di disperazione che hanno tentato di attraversare il fiume e non sapendo nuotare, sono affogate. Nessuno perciò tenta più di fuggire con questi presupposti, a meno che non sia disperato e questo la dice lunga su quanto la situazione a Falluja sia disperante.

D. – Quando pensa che Falluja possa essere liberata del tutto?

R. – The Government supported by the coalition, through airstrikes…
Il governo, con il sostegno della coalizione, ha fatto progressi avvalendosi delle incursioni aeree. Il governo comunica di avere ripreso ulteriori quartieri, ulteriori parti della città alle quali ora riesce ad accedere. Sembra chiaramente, dai rapporti che riceviamo, che la lotta per Falluja sia in questo momento favorevole al governo, perché pare che passo dopo passo si riesca a riprendere il controllo di questa città.

D. – Dopo Falluja sarà la volta di Mosul: qualcuno parla di un attacco dopo la fine del Ramadan. Ci sono già forze militari a Mosul? E’ così? Qual è la situazione?

R. – The situation in Iraq is going to be…
Per i prossimi mesi, prevediamo che la situazione in Iraq sarà drammatica. Secondo il quadro elaborato dalle Nazioni Unite – che analizza lo scenario più probabile che possiamo trovarci di fronte – solo ad Anbar pensiamo di trovare 430 mila sfollati, ma ci aspettiamo 850 mila sfollati lungo la strada che porta a Mosul. Alla fine di tutto questo, c’è Mosul stessa dove potrebbero esserci un milione di persone coinvolte in questa campagna militare. Se guardiamo ai mesi a venire, noi temiamo di trovarci in una situazione in cui oltre tre milioni di iracheni saranno bisognosi di assistenza, e questo al di là dei 3,4 milioni di iracheni che già sono stati cacciati dalle loro case. Questo è drammatico: questo grandissimo numero di persone che si trovano in una situazione disperata e che richiedono supporto internazionale per sopravvivere. Le Nazioni Unite hanno chiesto 860 milioni di dollari per aiutare quest’anno sette milioni di iracheni. Speriamo, speriamo disperatamente, che la comunità internazionale si mobiliti per mettere insieme questo aiuto. Il popolo iracheno se lo merita.








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