2016-06-04 14:34:00

Corleone, mons. Pennisi: non si può transigere sull'inchino


E’ arrivata in Procura a Palermo un’informativa sul presunto inchino, a Corleone domenica scorsa, durante una processione della Confraternita di San Giovanni Evangelista, davanti alla casa della moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella, cugina di uno dei membri della Confraternita. Anche il vescovo di Monreale mons. Michele Pennisi, ha nominato una commissione d’inchiesta. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:

R. – Io sono stato avvisato, domenica, intorno alle 22.00, che c’era stata, non un inchino, ma una sosta nella via dove abitava la moglie di Totò Riina. Durante questa processione a San Giovanni Evangelista ci sarebbe stata una fermata. Alle 23.00 ho rintracciato il parroco, al quale ho chiesto una relazione ben dettagliata, che mi ha mandato l’indomani. Egli ha affermato che il tragitto processionale è stato quello tradizionale, che è stato comunicato a tempo debito alla Polizia e ai Carabinieri. C’è stata una sosta non concordata precedentemente, ma non c’è stato alcun inchino del simulacro. Questo me lo hanno confermato anche i Carabinieri. L’indomani - il 1° giugno - ho nominato una commissione di indagine, costituita dall’assistente diocesano delle Confraternite e dal presidente diocesano della Federazione delle Confraternite, che sta ora facendo le sue indagini. Appena la Commissione concluderà le indagini, io deciderò: se ci sono state eventuali responsabilità o viene commissariata la Confraternita oppure saranno sanzionati quei confratelli che non si sono comportati secondo le regole che noi abbiamo. Fra l’altro io ho fatto un decreto, già due anni fa, in cui dicevo che uno che fa parte di associazioni mafiose non può far parte di Confraternite e questo perché c’è una incompatibilità fra il seguire Cristo e il Vangelo e il seguire associazioni o famiglie mafiose. Vorrei che venisse applicata in tutta la diocesi l’esperienza che abbiamo fatto qui a Monreale, dove ormai da due anni durante la Processione col Crocifisso non c’è alcun problema e questo perché è stato concordato con le Forze dell’Ordine non solo il percorso, ma sono state anche stabilite in anticipo le soste, così da non dar adito ad alcun equivoco. Avevamo già programmato per il prossimo 2 luglio, e lo faremo nella zona montana, a Cave di Cusa, Trapani, un convegno su “Confraternite e legalità”. Noi stiamo vigilando su questo. Vogliamo, da una parte, che non ci sia alcuna strumentalizzazione, dall’altra però dobbiamo essere vigili, perché nelle Confraternite non si insinuino persone che possono dare il sospetto di omaggiare qualche personaggio mafioso.

D. – Le risulta che la Procura abbia disposto degli accertamenti e abbia aperto un’inchiesta?

R. – A quanto mi risulta, le Forze dell’Odine hanno fatto un’inchiesta che hanno poi trasmesso alla Procura antimafia di Palermo. Io ho chiesto anche se ci fossero stati dei video, ma le Forze dell’Ordine mi hanno detto che non sono in possesso di alcun video, questo è quello che mi è stato detto e adesso non so se ce ne sia qualcuno amatoriale, io stesso vorrei rendermi conto, se ci fosse qualche video, di come si siano svolti effettivamente i fatti.

D. – Possiamo dire che, comunque sia andata, è stata una ingenuità quella di far passare la processione proprio in quella strada…

R. – Mi è stato detto che questa strada è una strada in cui tradizionalmente passano delle processioni. Però il parroco mi dice che, dal prossimo anno, questa processione, e io ritengo anche le altre, non passerà da questa strada e si troverà un percorso alternativo.

D. – Il sindaco di Corleone, Leoluchina Savona, ha smentito categoricamente che davanti a casa Riina ci sia stato un inchino, definendo questa notizia “la solita strumentalizzazione” fatta su Corleone, a danno di una popolazione che negli anni ha fatto un grande cammino di legalità…

R. – Si è indignata anche perché c’è una indagine del Ministero dell’Interno per l’eventuale scioglimento del Consiglio Comunale, quindi il sindaco e qualche altro paventano che ci sia stata una strumentalizzazione politica in questo senso. Però questa è una cosa che deve essere accertata dalle Forze dell’Ordine. Per quanto riguarda la Chiesa, io affermo che le Confraternite devono essere dei luoghi di legalità e che non si può consentire, nel modo più assoluto, che si possano fare delle fermate davanti a personaggi legati alla mafia. In questi anni si è fatto un lavoro con le scuole, con le parrocchie. Ogni volta che faccio le cresime, e non solo a Corleone ma in tutta la diocesi, dico sempre che bisogna avere la libertà dei figli di Dio, senza sottomettersi ad alcun poter mafioso, e dico anche che c’è una distinzione fondamentale fra il padrino cristiano, che deve accompagnare nel percorso di fede il cresimato, e il padrino mafioso, che ha invece tutt’altre caratteristiche, che si impegna cioè a proteggere, ad aiutare e a fare carriera, più o meno criminale, al proprio figlioccio. Questa distinzione deve essere netta!








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