“I rifugiati in Sudafrica devono far fronte a ingiustizia e disumanità”: lo ha affermato mons. Joseph Buti Thlagale, arcivescovo di Johannesburg, in Sudafrica, nel suo discorso di apertura alla tavola rotonda organizzata dal Dipartimento per la cura dei migranti e dei rifugiati dell’arcidiocesi e dal Jesuit Refugee Services (Jrs). Nel corso dei lavori, riferisce l’agenzia Fides, le diverse articolazioni della Chiesa sono state invitate ad essere compassionevoli e accoglienti, condividendo le informazioni per migliorare il lavoro caritativo.
Politiche migratorie non siano basate solo
sui numeri
In particolare, il Jrs ha sottolineato che la nuova
assicurazione sanitaria nazionale copre tutti i cittadini sudafricani e i rifugiati
permanenti, ma solo parzialmente i richiedenti asilo, ai quali vengono garantiti solo
i servizi di pronto soccorso. Dal canto loro, i membri dell’Istituto Scalabriniano
per la mobilità umana in Africa hanno sottolineato come le politiche migratorie siano
fallite perché basate su “criteri di selezione e di ammissione, che da soli non possono
determinare numeri, flussi e modelli di migrazione. È importante capire, invece, perché
le persone migrano”.
Diritti delle nazioni e diritti umani dei migranti
abbiano lo stesso peso
Gli scalabriniani hanno sottolineato inoltre che ogni
politica migratoria dovrebbe contemperare l’interesse nazionale, ovvero il diritto
alla sicurezza dei cittadini, con i diritti umani dei migranti, che “idealmente dovrebbero
avere lo stesso peso”. I lavori si sono conclusi con l’impegno, da parte dei presenti,
di ulteriori collaborazioni nel servizio a rifugiati e migranti.
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