I Vescovi della regione Patagonia-Comahue “profondamente preoccupati per le conseguenze dell’aumento smisurato di servizi essenziali come il gas e l'elettricità” che colpisce soprattutto la popolazione più povera, hanno scritto una lettera ai ministri dell’Energia e dell'Interno di Argentina, Juan José Aranguren e Rogelio Frigerio. Il documento è stato firmato da undici vescovi, tra ordinari, ausiliari ed emeriti delle circoscrizioni ecclesiastiche della regione, che comprende le province di Chubut, Neuquén, Río Negro, Santa Cruz, Tierra del Fuego.
Stato di necessità impellente
Nella missiva, pervenuta a Fides, i Vescovi non mettono
in discussione la necessità degli aumenti, “in particolare nei grandi centri urbani
che hanno avuto i servizi sovvenzionati dallo Stato”, bensì lamentano “che questi
aumenti non siano stati fatti gradualmente, soprattutto se si considera che l'inverno
non è benevolo in Patagonia, mentre nelle province meridionali continua durante tutto
l'anno". C'è quindi, è la considerazione, "una necessità impellente di gas ed elettricità”.
Le angosce dei poveri e bisognosi
“Il lamento doloroso della nostra gente – si legge
ancora - ci arriva ogni giorno attraverso i nostri sacerdoti, gli operatori pastorali
e le Caritas parrocchiali, che si sentono impotenti di fronte alle angosce dei più
poveri e bisognosi e di molte piccole e medie imprese, che vedono minacciata la loro
continuità aziendale con la conseguente perdita di posti di lavoro”.
Evitare situazioni insostenibili
I Vescovi chiedono quindi ai ministri di riconsiderare
i provvedimenti, “per evitare situazioni insostenibili che producono angoscia nelle
famiglie, nelle scuole e nelle opere di promozione sociale con scarse risorse, ingiustamente
gravate da un peso insopportabile”, e ribadiscono che tali tariffe “per la gran parte"
della regione amazzonica risultano "impossibili da pagare e attentano alla pace sociale”.
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