2016-06-01 11:35:00

Catholic Voices: un libro per parlare di fede senza alzare la voce


“Come difendere la fede, senza alzare la voce. In tv, tra la gente, sui social”. E’ il titolo del libro edito dalla Lindau, curato da Martina Pastorelli, fondatrice di Catholic Voices Italia. Il volume è un’edizione aggiornata di un libro pubblicato nel 2012 nel Regno Unito che si propone di offrire ai cattolici, comunicatori e non solo, un vademecum per difendere la fede senza spezzare mai la relazione con l’altro, come esorta Papa Francesco. Alessandro Gisotti ha chiesto a Martina Pastorelli cosa il lettore troverà in questo libro:

R. – Basta guardarsi intorno per vedere come sulle grandi questioni etiche che toccano la vita privata delle persone, ma poi anche quella pubblica, ci sia sempre più bisogno di uscire dagli steccati, dalle contrapposizioni per impostare un dialogo per il bene comune che sappia andare oltre le differenze che tra l’altro - ci ricorda Papa Francesco - ci saranno sempre: sono buone, anzi necessarie, ha detto il Papa, partendo da ciò che unisce anziché da ciò che divide. “Come difendere la fede senza alzare la voce” è un manuale pratico che suggerisce proprio questo, come riuscire a dialogare con tutti su temi che sono di tutti, perché profondamente umani, mostrando la bellezza e la convenienza trasversale, inclusiva del messaggio cristiano. “Nella società contemporanea – ha detto sempre il Papa - lungi dall’essere divisivi i valori cristiani dovrebbero risultare visibili e appetibili a tutti”. Questo libro ce lo ricorda dandoci gli strumenti per comunicare la posizione della Chiesa sugli argomenti più spinosi, quelli sui quali è probabile venire interpellati nelle circostanze più diverse: dal figlio adolescente piuttosto che dal collega d’ufficio un po’ scettico. Non si tratta di strategie di pubbliche relazioni, ma di essere autenticamente cristiani, perché il metodo esposto in reframe permette di collegarsi con il valore morale di riferimento dell’altro, ciò che gli sta a cuore incluso di chi ci contesta; non si tratta di diluire il messaggio della Chiesa, ma di fare in modo che sia veramente ascoltato.

D. - Una delle parti nuove del libro riguarda i social network …

R. - Nella nuova edizione ci sono due nuove sezioni: una sul public speaking e l’altra su come creare la cultura dell’incontro sui social media che sono la nuova pubblica piazza dove la comunicazione avviene e dove c’è grande bisogno, anche qui, di abbattere i muri, di uscire dell’effetto "stanza degli echi", per cui si tende a frequentare “solo chi ha opinioni simili alle nostre” e alzare invece barriere critiche o addirittura aggressive - a volte - con gli altri. Allora finché l’interconnettività aumentata, cresciuta sia veramente un dono avvicini e non allontani noi cattolici dobbiamo usare la rete per costruire ponti, come dice il Papa, imparando ad ascoltare, facendoci spazio nel cuore degli uomini, entrando in una vera relazione con l’altro. È in questo che il libro aiuta. In una splendida espressione Papa Francesco ha sintetizzato: “Non si tratta di riconoscere l’altro come mio simile ma della mia capacità di farmi simile all’altro”. Questo vale anche per i social network!

D. - Come Papa Francesco interviene in questo libro? Quali sono i suoi elementi principali presenti nello sfogliare le pagine di questo volume?

R. - Papa Francesco è la figura che rappresenta il maggior fattore di interazione fra la Chiesa e la società contemporanea grazie al suo modo di comunicare – lo si vede – riesce a parlare ai cuori e alle menti delle persone. Noi di Catholic Voices diciamo che lui è il primo "grande reframer", ovvero colui che esce dalla cornice, perché ha capito che - per i motivi che poi il libro spiega - la cultura occidentale contemporanea vede la Chiesa attraverso delle cornici – in inglese frame – giudicandola più attenta a sé stessa, alla propria dottrina che alle persone e ai loro bisogni. Allora se vogliamo essere ascoltati dobbiamo prima di tutto imparare ad uscire da queste cornici e fare reframing. Mettendo davanti a tutto la misericordia, Francesco ci mostra che Dio è Misericordia, che essa è la sua carta d’identità, come disse in una famosa intervista. Mostrando questo a gesti, a parole, talvolta anche con i silenzi Francesco ha risvegliato – credo – nell’Occidente secolarizzato una "inconscia memoria di Dio". In lui la gente ritrova Cristo ed è quello a cui la nostra comunicazione deve puntare a fare.








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