2016-05-27 13:38:00

Al Brennero domani le croci di Lampedusa, contro i muri europei


Continua l’opera di salvataggio di migranti nel canale di Sicilia. In 4.000 negli ultimi due giorni sono sbarcati sani e salvi mentre oltre un centinaio non ce l’ha fatta. Diciannove le nuove operazioni in corso, mentre stasera a Pozzallo sono attesi circa 700 nuovi arrivi. E dalla Sicilia un simbolo delle tragedie del mare arriverà domani in un luogo altrettanto importante: prima Bolzano e poi il valico del Brennero. Tre croci realizzate a Lampedusa col legno dei barconi, saranno consegnate oltre confine. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Franco Tuccio, il falegname lampedusano che nel 2009 ha raccolto le assi di legno rimaste sulla spiaggia dai tanti barconi abbandonati dopo i naufragi, e ne ha fatto delle piccoli croci, sarà da domani conosciuto anche su quella frontiera che pare di migranti non volerne proprio sapere. Il gesto, che vedrà protagonisti gli Scout, è una reazione pacifica della società civile cattolica alle tentazioni di chiusura austriache e europee. Un “gesto di unità importante” dice il direttore nazionale Agesci, Matteo Spanò, spiegandone le origini:

"Un anno fa, a giugno, Papa Francesco nell’udienza in cui ha ricevuto la nostra Associazione ci ha chiesto di non costruire muri ma di costruire ponti. I ragazzi con la loro volontà hanno fatto questo da Lampedusa al Brennero portando la loro bellezza e capendo oggi che c’è necessità di costruire novità anche in questo tema".

In 50 cm, tanto misurano le tre piccole croci che arrivano domani al Brennero, c'è dunque un significato profondo. "Sono simboli di speranza dai quali bisogna lasciarci coinvolgere", dice il vescoo di Bolzano, Ivo Muser, che domani benedirà le piccole croci in arrivo:

"È veramente un segno di condivisione, di solidarietà e anche di corresponsabilità nell’ottica di un’Europa solidale. Penso sia anche un appello contro l’indifferenza. Dobbiamo aprire gli occhi e soprattutto il nostro cuore".

Delle tre piccoole croci, una resterà agli Scout italiani, un'altra sarà consegnata alla parrocchia di confine del Brennero e l'altra a un gruppo di Scout austriaci, in un vero e proprio passaggio di consegne. Ancora Matteo Spanò:

"Questi ragazzi scriveranno proprio a Lampedusa una lettera alle istituzioni europee in cui ricorderanno la bellezza dello stare insieme e non quello che ci manca o che ci divide".

Intanto, tutta la chiesa del Nordest segue con apprensione la difficile questione della gestione dei flussi migratori, chiedendo all'Europa la garanzia del rispetto del valore e della dignità di ogni persona. Ancora mons Muser:

"Certamente, ci sono dei timori, delle ansie, all’interno della nostra popolazione, ma tutti questi timori non devono essere utilizzati come mezzo politico contro i profughi. Certamente, non esistono soluzioni semplici ma sono profondamente convinto che ci possa essere soltanto una soluzione comunitaria. Questi avvenimenti molto dolorosi devono coinvolgere tutti noi: la politica, la società civile e, certamente, anche la realtà ecclesiale".

Il Papa nel messaggio inviato a Istanbul al vertice umanitario dell'Onu ha detto una frase che ha colpito tutti:"occorre mettersi dalla parte di chi soffre". Mons Muser, la ritiene una cosa possibile oggi?

R. – Deve essere la logica e l’ottica del Vangelo. Il Vangelo si schiera – e in questo senso è altamente politico – dalla parte di coloro che non hanno una voce, che non contano, che per le nostre società – anche ricche – non sono importanti, ma il Vangelo si schiera: è questa l’ottica della fede, l’ottica di Gesù.








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