“Regalare sorrisi ai bambini delle periferie del mondo”, con questo spirito si rinnova il progetto di volontariato sportivo internazionale per il 2016, presentato al Coni, dal Centro sportivo italiano. I giovani tesserati metteranno a disposizione il loro tempo per condividere un’esperienza umana unica nel suo genere con i loro coetanei e nei Paesi in via di sviluppo. Presentato anche il comitato d'onore che presiede al programma delle missioni. Il servizio è di Daniele Gargagliano:
Giulia :“Ho scelto di fare il viaggio ad Haiti come viaggio della maturità e mi sono accorta subito che sarebbe stata un’esperienza di cui mi sarei innamorata. Sono tornata entusiasta dopo il primo viaggio, lo sono ancora di questa esperienza, e non vedo l’ora di ripartire quest’estate”.
Davide :“Sono stato due settimane in Albania, a Scutari, e ricordo perfettamente i sorrisi e l’attesa dei ragazzi per fare le attività. È stato veramente qualcosa di incredibile!”.
“Portare un pallone in tutte le periferie del mondo“, era l’invito rivolto da Papa Francesco, a giugno del 2014, ai giovani volontari per festeggiare i 70 anni del Centro sportivo italiano. Oggi Giulia e Davide lo hanno tradotto concretamente. Le loro storie si intrecciano a quelle di altri 150 giovani che hanno raggiunto, grazie al progetto del volontariato sportivo internazionale, diversi Paesi in via di sviluppo. A spiegare il significato del progetto, promosso dal Centro sportivo italiano, il suo presidente Massimo Achini:
“Giovani degli oratori e delle parrocchie di tutta Italia che si pagano il biglietto aereo di tasca loro, rinunciano alle vacanze e vanno nelle periferie del mondo – l’invito è di Papa Francesco – per portare lo sport, animando e allenando i ragazzini per tre settimane durante l’estate”.
E le iniziative non si fermano neanche quest’anno: 80 giovani si apprestano a fare le valigie per andare ad animare una parrocchia di Nairobi, un torneo di calcio in Camerun e le favelas di Rio de Janiero durante le Olimpiadi. L’occasione per lanciare il programma delle missioni estive per il 2016, è stata la presentazione del comitato d’onore che sovraintende il progetto, di cui fanno parte – tra i tanti – il presidente del Coni Malagò e mons. Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha ricordato il senso cristiano delle missioni:
“Il volontariato sportivo internazionale ricorda una parola di Gesù, citata da San Paolo: c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Il volontario parte – esperienza che tutti volontari possono ricordare – credendo di andare a dare qualcosa e invece si ritrova a ricevere molto di più di quanto non abbia dato. La rete impressionante di oratori nella Chiesa italiana è una risorsa molto bella anche per questa iniziativa".
D. – Questi ragazzi, possiamo chiamarli dei “creatori di ponti”?
R. – Sì, “creatori di ponti” in latino si dice con una parola molto bella, che è “pontefice”, applicata a Cristo come Sommo Sacerdote a anche ai Sommi Pontefici, ai Papi. Ogni cristiano lo è, per sua natura: è un ponte tra la terra e il cielo e un ponte tra i fratelli e le persone. È una cosa molto bella parlare di un cristiano come di un “creatore di ponti”.
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