2016-05-26 13:55:00

Volontario sportivo internazionale: giovani "creatori di ponti"


“Regalare sorrisi ai bambini delle periferie del mondo”, con questo spirito si rinnova il progetto di volontariato sportivo internazionale per il 2016, presentato al Coni, dal Centro sportivo italiano. I giovani tesserati metteranno a disposizione il loro tempo per condividere un’esperienza umana unica nel suo genere con i loro coetanei e nei Paesi in via di sviluppo. Presentato anche il comitato d'onore che presiede al programma delle missioni. Il servizio è di Daniele Gargagliano:

Giulia :“Ho scelto di fare il viaggio ad Haiti come viaggio della maturità e mi sono accorta subito che sarebbe stata un’esperienza di cui mi sarei innamorata. Sono tornata entusiasta dopo il primo viaggio, lo sono ancora di questa esperienza, e non vedo l’ora di ripartire quest’estate”.

Davide :“Sono stato due settimane in Albania, a Scutari, e ricordo perfettamente i sorrisi e l’attesa dei ragazzi per fare le attività. È stato veramente qualcosa di incredibile!”.

“Portare un pallone in tutte le periferie del mondo“, era l’invito rivolto da Papa Francesco, a giugno del 2014, ai giovani volontari per festeggiare i 70 anni del Centro sportivo italiano. Oggi Giulia e Davide lo hanno tradotto concretamente. Le loro storie si intrecciano a quelle di altri 150 giovani che hanno raggiunto, grazie al progetto del volontariato sportivo internazionale, diversi Paesi in via di sviluppo. A spiegare il significato del progetto, promosso dal Centro sportivo italiano, il suo presidente Massimo Achini:

“Giovani degli oratori e delle parrocchie di tutta Italia che si pagano il biglietto aereo di tasca loro, rinunciano alle vacanze e vanno nelle periferie del mondo – l’invito è di Papa Francesco – per portare lo sport, animando e allenando i ragazzini per tre settimane durante l’estate”.

E le iniziative non si fermano neanche quest’anno: 80 giovani si apprestano a fare le valigie per andare ad animare una parrocchia di Nairobi, un torneo di calcio in Camerun e le favelas di Rio de Janiero durante le Olimpiadi. L’occasione per lanciare il programma delle missioni estive per il 2016, è stata la presentazione del comitato d’onore che sovraintende il progetto, di cui fanno parte – tra i tanti – il presidente del Coni Malagò e mons. Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha ricordato il senso cristiano delle missioni:

“Il volontariato sportivo internazionale ricorda una parola di Gesù, citata da San Paolo: c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Il volontario parte – esperienza che tutti volontari possono ricordare – credendo di andare a dare qualcosa e invece si ritrova a ricevere molto di più di quanto non abbia dato. La rete impressionante di oratori nella Chiesa italiana è una risorsa molto bella anche per questa iniziativa".

D. – Questi ragazzi, possiamo chiamarli dei “creatori di ponti”?

R. – Sì, “creatori di ponti” in latino si dice con una parola molto bella, che è “pontefice”, applicata a Cristo come Sommo Sacerdote a anche ai Sommi Pontefici, ai Papi. Ogni cristiano lo è, per sua natura: è un ponte tra la terra e il cielo e un ponte tra i fratelli e le persone. È una cosa molto bella parlare di un cristiano come di un “creatore di ponti”.








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