2016-05-25 20:06:00

Voragine di 200 metri in città a Firenze


Paura questa mattina a Firenze dove si è aperta sul Lungarno Torrigiani, in uno dei luoghi più suggestivi della città, una voragine di circa duecento metri, causata dalla rottura della conduttura dell'acqua. Evitata la tragedia, non si registrano feriti, il  cedimento ha coinvolto una ventina di auto che erano in sosta. Due palazzi sono stati evacuati. Su questo episodio Amedeo Lomoanco ha intervistato il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto:

R. – Un problema di attenzione e di manutenzione sicuramente c’è stato: sembrerebbe che un primo intervento la sera precedente sia finito con un nulla di fatto, e poi la mattina seguente è successo quello che è successo. Ma se sicuramente la rottura della condotta idrica è stata la causa scatenante della voragine, bisogna capire quale sia stata la causa originaria. È il problema della manutenzione e del controllo che va posto. Negli acquedotti italiani sono state stimate perdite, a seconda dei vari territori, tra il 30 e addirittura e il 70%, dovute alla mancanza di manutenzione.

D. – Questo episodio dimostra che, potenzialmente, molte strade italiane possono essere insicure e avere problemi di questo tipo…

R. – Questo è già un dato di fatto: la rete stradale italiana è un colabrodo. Ma il problema del dissesto del territorio è più generale: in tutto il continente europeo sono state censite circa 700.000 frane, oltre il 70% delle quali sono presenti nel territorio italiano.

D. – Bisogna dunque affidarsi a competenze specifiche anche per prevenire possibili voragini…

R. – Certamente. Un geologo, con i "ferri del mestiere", potrebbe dare un contributo per l’individuazione di queste problematiche, per il controllo e la sorveglianza delle aree più sensibili, come quella di Lungarno a Firenze.








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