2016-05-20 08:01:00

Venezuela: sì del Tribunale Supremo al piano del presidente


Lo scontro istituzionale in Venezuela. Dopo la bocciatura da parte del parlamento del piano di emergenza del presidente Maduro, che ampliava i poteri del capo dello Stato, ieri la pronuncia del Tribunale Supremo, che ha giudicato costituzionali le misure adottate. Il servizio di Giancarlo La Vella:

In Venezuela le posizioni sono ormai chiare. Da una parte il presidente Maduro, erede di Hugo Chavez, e gli organi che fanno capo a lui, come il Tribunale Supremo, dall’altra il parlamento dove le opposizioni hanno la maggioranza. Sullo sfondo un Paese in piena crisi economica, in cui la popolazione civile comincia da tempo ad avvertire le difficoltà di una situazione di fronte alla quale risponde con violente proteste di piazza. Ieri Il Tribunale Supremo, una sorta di Corte Costituzionale, quasi in risposta alla recente bocciatura da parte dei deputati, ha emesso all’unanimità un verdetto di piena adesione alla Costituzione del decreto presidenziale in materia di sicurezza e distribuzione alimentare ed energetica. Insomma lo scontro continua, anche alla luce di diversi leader antichavisti incarcerati dei quali si chiede anche fuori del Paese la liberazione. Sentiamo Riccardo Moro, docente di Politiche dello Sviluppo all’Università di Milano:

R. – Il vero problema del Venezuela è la profonda crisi politica e sociale che il Paese vive e che ha elementi che sono già nati durante la lunga stagione di Chávez e che adesso sono esplosi. Credo che la crisi economica sia veramente frutto di un’incapacità a gestire i processi sociali e politici del Paese.

D.- Praticamente assistiamo al fallimento delle politiche avviate da Hugo Chávez. Quale potrà essere il futuro di questo Paese?

R. – E’ molto difficile da dire. In realtà le politiche di Chávez non vanno neanche liquidate come solo fallimentari: sicuramente è stato un uomo che ha limitato alcuni processi democratici, che ha occupato il potere in modo – se vogliamo – anche arrogante; ma occorre anche dire che è intervenuto in una situazione di pesantissima disuguaglianza sociale e in cui le élite gestivano il Paese esclusivamente a proprio vantaggio. E’ grazie a Hugo Chavez in realtà, o meglio, è grazie alle risorse finanziarie che derivavano dal petrolio, che sono nati i processi di integrazione regionale, che sono in parte anche il motivo della consistente crescita economica del comparto latinoamericana negli ultimi 10-15 anni. Dopodiché, Maduro non ha la personalità di Chávez e le contraddizioni sono esplose. Il futuro è molto difficile da vedere!

D. – Come è possibile che in un Paese ricco come il Venezuela, tra i maggiori produttori di petrolio, la gente non abbia poi accesso ai beni di prima necessità?

R. – Quando la democrazia è limitata, anche il mercato e l’economia non funzionano. L’economia ha bisogno di fiducia: se non c’è fiducia, i contratti non si sottoscrivono, non si pagano anticipi, non ci si affida a un fornitore e l’economia soffre. Il Venezuela ha bisogno di una stagione di dialogo, ha bisogno di leader autorevoli che promuovano il dialogo, anziché la contrapposizione.








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