2016-05-20 14:42:00

Pubblicata lettera di Marco Pannella a Papa Francesco


“Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all'ultimo piano - vicino al cielo - per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano". E' il primo passaggio di una lettera che Marco Pannella, spentosi ieri all’età di 86 anni, aveva scritto a Papa Francesco il 22 aprile scorso e che è stata pubblicata sul sito di Famiglia Cristiana. La lettera è scritta a mano. Alla fine i saluti sono scritti in maiuscolo: "Ti voglio bene davvero tuo Marco". E nel Post scriptum scrive: "Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero e non riesco a staccarmene".Ma qual era il rapporto che Marco Pannella aveva con la religione? Fabio Colagrande lo ha chiesto a Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio Radicale:

R. – Lui era critico sulla struttura, sulle religioni, su certe conformazioni storiche della cristianità. Però era un crociano e faceva sua l’affermazione che “non possiamo non dirci cristiani”, era convinto di questo. Anche perché un suo zio – zio Giacinto – un sacerdote vissuto all’inizio del secolo in Abruzzo, che aveva avuto su di lui una forte influenza culturale, gli trasmise l’importanza del cattolicesimo e del cristianesimo. E i rapporti con i leader religiosi, come il Dalai Lama, sono la conferma dell’importanza che Pannella dava alla religione. Non a caso io poi sono l’unico a condurre in Italia una trasmissione come la “Rassegna stampa vaticana”, che lui accettò su Radio Radicale dopo la mia proposta.

D. – Si è parlato di uno scambio di messaggi con Papa Francesco. Lo abbiamo visto in queste ore in una fotografia in cui incontrava San Giovanni Paolo II. Ma qual era il rapporto di Marco Pannella con la figura del Pontefice, in generale?

R. – Di grande, estrema attenzione. Per esempio, lui negava i silenzi di Pio XII nei confronti del mondo ebraico; Pannella, che era amico di Israele, reputava Pio XII un Papa che aveva difeso gli ebrei. Così come apprezzava Giovanni XXIII, il grande Papa del Concilio. Ma anche lo stesso Paolo VI nella posizione che assunse, molto simile a quella dei Radicali, nella trattativa per salvare Moro. E che dire di San Giovanni Paolo II: il Papa amico, “guai a chi me lo tocca!” diceva Marco. Fino anche a Ratzinger: Pannella diceva sempre che si aspettava una sorpresa da Benedetto XVI, perché da cardinale aveva fatto degli interventi sorprendenti. E la sua rinuncia lo spiazzò per certi versi, anche se lui lo negava, un po’ sornione. E poi questo Papa, sui cui ha riposto fino all’ultimo istante grandissima speranza e grandissima fiducia. E devo dire che io stesso lo mettevo in guardia dal suo “papismo”, che io trovavo per certi versi esagerato, e che so che sorprese persino padre Lombardi.








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