2016-05-19 14:00:00

Vescovi Angola: corruzione e mancanza di etica bloccano lo sviluppo


La crescita socio-economica dell’Angola è oggi ostacolata da una cattiva gestione della cosa pubblica, dalla corruzione e dalla mancanza di etica. E’ quanto denuncia mons. José Imbamba, vice-presidente della Conferenza episcopale angolana (Ceast), in un’intervista all’agenzia cattolica portoghese “Ecclesia”, in cui richiama l’urgenza di investire nell’educazione e nel settore sanitario per risollevare il Paese dall’attuale crisi.

La crisi ha radici profonde
Dopo il boom registrato in questi anni, l’economia angolana sta subendo i contraccolpi del calo del prezzo del petrolio, di cui l’Angola è diventato il primo produttore del Continente, seguito dalla Nigeria e dalla Libia. Ma, secondo l’arcivescovo di Saurimi, la crisi ha radici ben più profonde: “Quando il prezzo del petrolio era alto, avevamo eccedenze che avrebbero dovuto aiutare a fare fronte a questa fase critica, ma c’è stato un uso improprio dei fondi pubblici", afferma il presule,  che auspica una seria riflessione su "problemi che, se non affrontati, comprometteranno ogni possibilità di sviluppo futuro”. Tra questi la mancanza di etica, la corruzione, il clientelismo, il nepotismo. “L’Angola – osserva - è una nazione potenzialmente ricca in cui tutti gli angolani potrebbero vivere bene, ma la distribuzione dei redditi non soddisfa i bisogni di tutti e gli squilibri sociali sono ancora evidenti”.

Formare la coscienza civica degli angolani
A questo si aggiungono le ferite ancora aperte della guerra civile che ha insanguinato il Paese per quasi trent’anni. Secondo la Chiesa angolana – evidenzia mons. Imbamba - la “vera ricostruzione e rinascita dell’Angola parte dai cittadini", mentre occorre un “salto di qualità” dei politici e governanti. Questo processo è tuttavia “lento, perché i tassi di analfabetismo sono troppo alti" e la "coscienza civica degli angolani lascia ancora molto a desiderare", spiega il presule. Ecco perché – sottolinea - occorre puntare sull’educazione e mantenere il dialogo coinvolgendo innanzitutto i cittadini perché possano “contribuire positivamente e in modo responsabile alla ricostruzione del paese".  

Investire meglio nella sanità pubblica
Uno dei settori che meglio illustra la situazione di stallo dell’Angola – spiega l’arcivescovo - è quello della sanità. Il Governo,  infatti, investe molto nelle strutture sanitarie , ma poco nella formazione delle risorse umane. Con il risultato che esistono apparecchi di ultima generazione, ma manca personale capace di usarli. A questo si aggiunge il fatto che molte risorse che potrebbero essere usate per curare la popolazione vengono destinate a progetti privati che hanno come unico obiettivo il profitto. (A cura di Lisa Zengarini)








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