2016-05-16 12:38:00

Forum Famiglie : bene bonus bebè, ma fisco sia più equo con famiglie


La famiglia al centro del dibattito politico. Il ministro Lorenzin ha annunciato nei giorni scorsi un raddoppio del bonus bebè dagli 80 euro ai 160 euro al mese per nuclei con reddito Isee tra i 7 mila e i 25 mila euro annui. Di fronte al crollo della natalità in Italia, -12% dal 2010 al 2015, il governo pensa di inserire la misura nella prossima legge di stabilità e annuncia nuovi provvedimenti allo studio per conciliare famiglia e lavoro. Critiche le opposizioni che parlano di spot elettorali,  mentre i sindacati chiedono più investimenti sugli asili nido. Al microfono di Paolo Ondarza il commento del presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo:

R. – Tutto quello che viene fatto in più per le famiglie è una cosa positiva. Però noi siamo preoccupati, perché vediamo che in tutti questi anni stanno aumentando degli spot, dei bonus un po’ di qua e un po’ di là, delle agevolazioni, ma non si è fatta una riflessione seria su tutto quello che la famiglia dà in termini di risparmio. Noi chiediamo, da tanti anni, una sola cosa: un fisco più equo, che tenga conto dei carichi familiari, della composizione familiare, che spesso può prevedere anche anziani e disabili. Inutili tante piccole regalie - perché qua non si tratta di regalie - ma è meglio fare un discorso unitario che tenga conto, appunto, che la famiglia non chiede di sopravvivere, ma vuole semplicemente vivere! Non chiede di essere aiutata, non è un malato terminale, ma è una realtà da cui far ripartire tutto il Paese.

D. – Si ha, infatti, l’impressione che questo raddoppio del bonus bebè – legato, al reddito Isee tra i 7 mila e i 25 mila euro annui – sia pensato per categorie sociali meno abbienti…

R. – Non solo! Il costo di un figlio non si ha nei primi tre anni, ma semmai si ha successivamente. E poi sfido chiunque a dire: “Vabbè, visto che c’è in bonus bebè faccio un figlio…”. Un figlio lo si fa, perché c’è qualcuno, c’è un Paese che ha fiducia in te, che non ti lascia solo. Oggi oltre al meno 12% di non nascite, abbiamo anche 100 mila giovani che ogni anno se ne vanno all’estero. Questi giovani non credo che rimarranno ora in Italia per il bonus bebè. Rimarranno in Italia se vedono che il Paese sta cambiando e mette al centro le famiglie, inizia ad avere fiducia nelle famiglie e non inizia a considerare chi fa un figlio, chi si sposa come un eroe!

D. – Citava i giovani che vanno via dall’Italia: fino a poco tempo fa il crollo della natalità in Italia veniva letto come un problema arginabile, in qualche modo, grazie ai figli degli immigrati …

R. – Non è quella la soluzione! Sono molti di più quelli che non nascono e molti di più quelli che se vanno all’estero rispetto agli immigrati. Non si fanno più figli, i giovani se ne vanno all’estero, allora la soluzione è quella di trasformare gli immigrati in italiani? Ben venga un approfondimento sullo ius soli, ben vengano ragionamenti di questo tipo, ma poi anche gli immigrati si troveranno davanti al problema di un fisco iniquo con le famiglie.

D. – Presidente, l’Italia sembra avere il complesso di inferiorità nel percepirsi fanalino di coda in Europa su tanti temi, anche – ad esempio – nell’ambito dei nuovi diritti, tanto che il governo ha festeggiato la recente legge sulle unioni civili,  estensiva del concetto di famiglia alle cosiddette “famiglie arcobaleno”, come un passo in avanti. Perché così poco, invece, ci si interroga sul grave ritardo, che lei citava, rispetto al resto d’Europa in tema di politiche familiari? In Germania e Francia l’asilo nido è assicurato per tutti; in Austria il sostegno ai figli dura addirittura fino al 19.mo anno di età; in Svezia si parla di congedo parentale di 480 giorni retribuito al 70%… In Italia questo concetto di “famiglia con figli - investimento per lo Stato” non sembra passare: perché?

R – Un po’ è anche colpa nostra, a mio vedere, perché abbiamo trasformato la famiglia in un concetto ideologico: in una battaglia tra “Forza Roma-Forza Lazio”, tra progressisti e conservatori… Quindi, oggi come oggi, sembra che le politiche familiari siano politiche volute solamente dal mondo cattolico: ce lo chiede la Chiesa… Mentre, invece, noi siamo arrivati in una situazione nella quale le politiche familiari e – ripeto – il fattore famiglia, che noi chiediamo da tanto tempo, vanno ad essere un qualcosa che è utile per tutti quanti, per gli immigrati, per gli italiani. La cosa strana – come diceva lei – è che noi rubiamo all’estero, copiamo dall’estero solamente alcune cose: di quelle cose che poi andrebbero ad incidere a migliorare realmente la vita, perché hanno a che fare con quello che io definisco il “Paese reale” - quindi con le persone che quotidianamente vivono la loro vita e rischiano di non arrivare alla fine del mese; con le mamme che nascondono il pancione, perché altrimenti vengono licenziate; o addirittura con una delle prime cause di povertà che è oggi diventato in Italia fare un figlio, mettere al mondo un figlio - noi non copiamo nulla, non prendiamo spunto dai Paesi del Nord Europa.








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